Il Bodhisattvacharyavatara, seconda parte



8
la meditazione



1 Dopo avere incrementato la mia perseveranza devo stabilizzare la mente,
attraverso la meditazione concentrativa, poiché chi ha il pensiero distratto
e debole diviene preda fra le zanne dei difetti mentali.

2 Restando solo il mio corpo e la mia mente non possono esser danneggiati
dalle distrazioni, così rinunciando alla falsità del mondo devo eliminare
tutte le speculazioni mentali.

3 Non otterrò il disprezzo per la vita mondana essendo attaccato alle cose
di esso, familiari, amci ed oggetti, per cui innanzi tutto debbo eliminare
queste emozioni negative. Il saggio si comporta così.

4 La contemplazione interiore profonda, unita alla calma della mente ,
elimina tutte le afflizioni mentali e le emozioni negative, ecco perché
prima di tutto debbo conseguire una stabile calma mentale, e questa la
otterrò tramite il felice distacco dall'attaccamento agli oggetti mondani.

5 Il forte attaccamento che un essere prova per un altro, diverrà alla fine
la causa che impedirà a questi di rivederlo per innumerevoli ere cosmiche.

6 Ed io non rivedendo coloro per cui nutro attaccamento sarò infelice, la
mia mente non potrà riposare sulla equanimità della meditazione, e pure se
li potessi rivedere, afflitto dall'attaccamento non proverò soddisfazione.

7 Condotto da questo attaccamento per i miei cari non potrò comprendere la
realtà, così il mio disprezzo per l'esistenza ciclica scomparirà ed io mi
annienterò fra dolori ed angoscia.

8 Pensando solo ai miei cari la mia vita trascorrerà senza significato,
poiché con il trascorrere del tempo la mia famiglia ed i miei amici
scompariranno, ed insieme ad essi, a causa del mio attaccamento, se ne andrà
anche il Dharma che porta alla liberazione assoluta.

9 Comportandomi come uno sciocco o una persona infantile mi condannerò a
cadere nei reami inferiori, quindi dove è il guadagno ad accompagnarmi con
gli sciocchi, dato che la loro compagnia mi devia dalle virtù?

10 Per breve tempo ti sono amici, poi diventano avversari: essendo difficile
compiacere le persone in questo mondo esse si inquietano perfino nelle
situazioni gioiose.

11 Si risentono se usi parole benefiche, mi deviano da tutto quello che vi è
di positivo, se non ascolto ciò che dicono si adirano, condizione che causa
rinascita nei reami inferiori.

12 Invidiosi di chi gli è superiore, competono con chi gli è pari, divengono
arroganti con chi gli è inferiore, se li lodi si riempiono di orgoglio e
criticati reagiscono furiosamente. Non potrai ottenere buoni frutti da
questi sciocchi esseri infantili.

13 Accompagnandosi a loro certamente compirò azioni negative, come lodare me
stesso, disprezzare gli altri e vanamente parlare dei piaceri dell'esistenza
samsarica.

14 Stando con tali persone il mio unico guadagno sarà la mia completa
rovina, essi mai mi saranno di beneficio, ne io potrò esserlo a loro.

15 Debbo sfuggirli dunque, ma se li incontrassi li saluterò sorridendo senza
però dargli troppa confidenza mi comporterò in modo educato.

16 Allo stesso modo che l'ape beve il nettare dal fiore io prenderò solo ciò
che si accorda con la pratica del Dharma da questi esseri, trattandoli
cortesemente ma senza accompagnarmici troppo.

17 " sono molto ricco e famoso, coloro attorno a me mi porgono le loro lodi"
se così mi crogiolo in tale rallegramento, alla mia morte diverrò preda del
terrore.

18 Infatti la mia mente turbata e sciocca è piena di bramosia per ogni cosa.
Essa prova attaccamento per ciò che la porterà a soffrire per innumerevoli
ere.

19 Ecco il motivo per cui chi è saggio è esente da ogni passione, dato che
queste danno origine all'angoscia e al terrore. Con mente determinata debbo
realizzare che ogni oggetto di desiderio scomparirà nel nulla.

20 Pure se io avessi ricchezze enormi e grande fama, tutto il denaro e la
reputazione accumulata mai mi seguirà dopo la morte.

21 Alcuni mi disprezzano e muovono critiche, perché io invece gioisco solo
quando sono lodato? Se altri mi colmano di elogi, perché debbo soffrire
quando alcuni mi disprezzano?

22 Visto che perfino il Buddha non fu capace di esaudire tutti i desideri
degli esseri, che devo pensare di una persona ignorante come me? Allora ne
consegue che la cosa migliore è eliminare tutti gli attaccamenti mondani.

23 Le persone disprezzano i poveri perché senza ricchezze, criticano i
benestanti perché invece le possiedono, in che modo si può ricavare benefici
accompagnandosi a tali persone, che hanno una simile natura così difficile
da soddisfare?

24 Il Vittorioso affermava che dobbiamo sfuggire l'amicizia di chi è
sciocco, in quanto se tutto no accade secondo il loro volere essi sono
insoddisfatti.

25 Fra i boschi, tra cervi, scoiattoli ed alberi mai nasce alcun dissenso;
quando potrò dimorare li anche io, in simile compagnia che da solo letizia?

26 Quando potrò vivere in una caverna, o in un tempio isolato, o sotto ad un
albero, senza preoccupazioni mondane e senza volgere il pensiero al passato?

27 Quando sarò capace di vivere senza attaccamento in luoghi di cui nessuno
ha il possesso, che sono senza confini ed estesi, in cui potrò dimorare come
desidero?

28 Quando potrò campare privo di paura solo con la ciotola della questua,
indossando indumenti gettati dagli altri ?

29 E vedendo la cremazioni dei cadaveri, quando comprenderò che non vi è
differenza fra il mio corpo ed il loro, dato che ambedue vanno verso il
disfacimento?

30 In un tempo non lontano questo mio corpo esalerà un fetore così
penetrante che perfino gli sciacalli ne staranno lontano: ecco la fine che
farà questo m io corpo.

31 Visto che ossa e carne che lo compongono si disferanno e si
disperderanno, questo sarà ancora più valido per gli amici da cui mi
separerò.

32 Alla nascita siamo soli, e lo siamo anche nella morte. Poiché nessun
altro può sperimentare la mia esperienza in quei casi, quale sarebbe
l'utilità dei miei cari che in realtà mi sono solo ostacolo?

33 Allo stesso modo che chi viaggia per strada si ferma a riposare, tutti
coloro che transitano nelle esistenze cicliche dovranno fermarsi a prendere
altre rinascite.

34 Fino a che quattro becchini non trasporteranno questo peso di ossa e
carne, accerchiato da persone in lutto, io dovrò ritirarmi in una foresta.

35 In simile luogo, senza amicizie o conflitti, vivrò come un eremita. Se
già da questo momento vengo considerato morto, nel momento del trapasso
nessuno mi piangerà.

36 E dato che nessuno mi sarà intorno, i gemiti dei familiari e degli amici
mai potranno disturbarmi o distrarmi dalla consapevolezza del Buddha e dalle
pratiche virtuose.

37 Per questo, in boschi bellissimi, in gioie sfiorate solo da piccole
preoccupazioni io potrò vivere in una felice solitudine, cancellando tutte
le distrazioni del pensiero.

38 Impegnato in un solo fine, senza attaccarmi ad altre aspirazioni,
praticando la calma di morante e la profonda visione interiore io dominerò
la mia mente.

39 In tutti io tipi di mondi i desideri sono causa di ogni afflizione. In
questa vita illusoria si verificano omicidi, prigionie e ferimenti, in
quella futura i dolori degli inferi.

40 Per accompagnarsi a una donna si usano mediatori, per portarle inviti e
doni, e per giunta si commettono pure azioni negative rovinandosi anche la
reputazione.

41 Per le donne si commettono atti pericolosi, si dilapidano ricchezze, si
arriva a perdere la salute. Il corpo di cui godo nell'abbraccio sessuale,

42 effettivamente è solo un insieme di ossa, privo di una sua esistenza
indipendente. Sarebbe allora questo l'oggetto di ogni mia bramosia? Meglio
concentrarmi piuttosto a raggiungere lo stato di superamento della
sofferenza in modo rapido.

43 Quanta fatica per giungere solo a sollevare il velo di una donna, e una
volta fatto lei ha abbassato gli occhi imbarazzata. Il suo volto era sempre
nascosto con cura.

44 Ma lo stesso volto che amavo poi diverrà cibo per gli avvoltoi, essi ne
strapperanno brandelli di carne per nutrirsi, ed io ne scapperò inorridito e
spaventato .

45 Nascondevo con cura il suo corpo dagli sguardi degli altri uomini, ed ora
non lo proteggo dai rostri dei rapaci?

46 La carne umana che adesso ammiro diverrà in breve tempo cibo per gli
sciacalli e gli avvoltoi, adesso la decoro con fiori e ghirlande, ma poi
diverrà nutrimento di simili creature.

47 Adesso guardo terrorizzato il suo scheletro, benché egli giaccia immobile
, perché non ne avevo timore quando era ricoperto dalla carne e si muoveva ?

48 Avevo brama del suo corpo ricoperto di pelle, perché adesso non ne ho
desiderio, solo perché ne è privo? Allora se adesso non ho desiderio di lei,
perché lo abbracciavo quando era vestito ed ingioiellato?

49 Allora, dato che la sua saliva mentre mi bacia per me è nettare, e come
tutti gli umori prodotti dal corpo anche questa viene dalle sostanze
ingerite, perché non mi diletto anche dei suoi escrementi? Non provengono
forse dallo stesso cibo?

50 Non provo piaceri sessuali abbracciano un cuscino eppure anche esso è
soffice e nonostante ciò non mi rendo conto che il corpo umano invece
produce odori sgradevoli, la lussuria mi annebbia i sensi.

51 Accecati dalla voluttà i lussuriosi si adirano con il cuscino, non
potendosi accoppiare con esso, nonostante sia morbido alle loro carezze
pensano:" non posso fare l'amore con esso.".

52 Se non desidero sporcarmi, come posso avere voglia di abbracciare altri
corpi, che sono semplicemente gabbie di ossa legate insieme da muscoli e
tendini, e ricoperte dal fango della carne?

53 Dentro me stesso ho trovato molta sporcizia, sono un contenitore di
escrementi, e tuttavia desidero abbracciare un altro sacco di immondizia.

54 "ma sono la pelle e la carne che io voglio abbracciare" potrei pensare,
ma queste due cose non sono per natura prive di coscienza?

55 Inoltre, la mente della persona amata non è possibile ammirarla
direttamente ne toccarla. Visto che i sensi non possono prendere contatto
con nessuna mente, come è possibili unirvisi in atto sessuale?

56 Non è difficile capire la natura delle impurità dei corpi degli altri, ma
ciò che mi sorprende è vedere che non comprendo l'impurità del mio corpo.

57 Trascuro il fragrante bocciolo di loto, che nasce dl fango e dalla
sporcizia, e provo piacere invece ad unirmi ad un sacco di immondizia?

58 Visto che rifuggo dal toccare un oggetto ricoperto dagli escrementi e
pure questi stessi, perché provo il desiderio di abbracciare il corpo dal
quale sono usciti?

59 Non ho bramosia per quello che è impuro, e allora perché adesso abbraccio
e bacio un corpo che viene da un luogo impuro, creato da un seme impuro
anche esso?

60 Non sento desiderio per un verme uscito dalla sporcizia, e invece lo
sento per un corpo umano che è uscito dalla stessa e che ne è pieno?

61 Quindi non solo non provo disprezzo per le impurità del mio corpo, ma ci
aggiungo il fatto di desiderare di toccare il corpo pieno di lordura di un
altro essere vivente.

62 Perfino i cibi dolci e delicati se masticati e poi sputati o rigettati,
rendono sporco il terreno.

63 Nonostante questa sporcizia sia ovvia, dovrei recarmi nei luoghi dove
avviene la cremazione per osservare i cadaveri putrescenti, se ancora avessi
dubbi.

64 Quando le fiamme li liberano dalla pelle, questo mi provoca orrore e
ribrezzo, come potranno poi altri corpi, i quali sono simili a questi, far
nascere in me il desiderio?

65 Il profumo che sento sul corpo viene dal legno di sandalo, e non dalla
carne stessa. Perché allora desidero un corpo che in realtà non possiede
questo profumo?

66 Il corpo produce per natura cattivo odore, meglio allora non avere
desiderio per esso. Ma la lussuria degli esseri è insensata, dato che sono
attratti dai profumi cosparsi sui corpi.

67 Poi se la causa di questa fragranza è il sandalo, come potrebbe derivare
dal corpo? Dove trovare attrazione nel corpo, a causa di un profumo che non
è suo?

68 Visto che il corpo, se non viene pulito, diviene repellente a causa del
fetore dello sporco, delle unghie lunghe , dei capelli sporchi e dei denti
gialli e macchiati,

69 perché io mi impegno a pulirlo e profumarlo, dato che esso diverrà la
causa della mia distruzione? Questo mondo è il regno degli sciocchi che, con
tutti li loro atti, ingannano per ignoranza solo loro stessi.

70 Dopo aver osservato le montagne di ossa nei cimiteri, e aver provato
ribrezzo nei luoghi di cremazione, come posso provare piacere nelle città
dove coloro che mi camminano intorno sono solo morti viventi, scheletri
ambulanti?

71 Poi la sporcizia dei corpi altrui non si può avere senza pagarne il
prezzo, il quale è l'eliminazione dei meriti in questa vita e la condanna
alle pene nella prossima.

72 Da giovane non sono abbastanza ricco per avere una moglie, e quindi
questa è una gioia di cui dovrò privarmi. Quando giungerò alla fine della
vita ed avrò ricchezze sufficienti , avendola impegnata in tale ricerca,
ecco che non potrò essendo vecchio soddisfare una moglie.

73 Certe persone , povere ma piene di lussuria, logorate dal duro lavoro del
giorno tornano a casa e non possono fare altro che dormire, esausti quasi
fossero cadaveri.

74 Altri che sono obbligati a lasciare la casa per andare lontano dalla
famiglia soffrono della lontananza dalle mogli e dai figli che desiderano
rivedere. E sono costretti a non poterli incontrare per anni.

75 Altri avidi di guadagno si mettono al servizio di padroni, e nonostante
ciò non riescono a raggiungere ciò che vogliono, e continuano a vivere
lavorando per essi inutilmente.

76 Altri ancora arrivano a vendersi per divenire schiavi di altri, e quando
le loro consorti povere come loro partoriscono devono farlo ai piedi degli
alberi, in luoghi selvaggi.

77 Altri scioccamente, sebbene pieni della paura di morire pensano: "
guadagnerò facendo il soldato." E così divengono schiavi della vita
militare.

78 Grazie alle loro ambizioni di guadagno alcuni saranno impalati, altri
avranno il corpo tagliato dalle spade, altri saranno messi al rogo e cosi
via.

79 Meditando sui tormenti enormi che la ricchezza materiale può dare,
nell'accrescerla e conservarla, debbo comprendere che essa è solo causa di
grandi difficoltà. Coloro che sono distratti dall'amore del denaro, non
avranno possibilità di raggiungere la liberazione dal samsara.

80 In effetti costoro che hanno innumerevoli desideri, saranno preda di
molti affanni per così futili obbiettivi. Allo stesso modo che i buoi per
aver trainato carri pesanti hanno per ricompensa un ciuffo di erba.

81 Torturati dal loro karma sprecano questa preziosa rinascita umana, cosi
difficile da riavere, per un piacere misero e di poca importanza, che
perfino gli animali sono in grado di ottenere.

82 Tutto quello che ora bramo sicuramente scomparirà , ed io precipiterò
negli inferi. Quante avversità dobbiamo sopportare al solo scopo di
raggiungere mete così futili.

83 Eppure con la milionesima parte di tali avversità, se impegnati nelle
giuste pratiche, potremmo ottenere la buddhità! Quelli che sono vittime del
desiderio soffrono più intensamente di chi segue il sentiero
dell'illuminazione, e poi per i primi, il frutto è molto più lontano da
raggiungere.

84 Meditiamo sugli orrori di questi stati di esistenza! Le armi, il veleno,
i precipizi, i nemici, queste disgrazie terrene non sono nulla in confronto
alla sofferenza che dovremo subire negli inferi, condotti li dalle nostre
azioni negative.

85 Quindi disgustato dai desideri e dalla libidine debbo gioire della
solitudine. Coloro che sono felici camminano per boschi immersi nella pace ,
posti immuni da conflitti e controversie.

86 In deliziose costruzioni di larghe lastre di pietra, dolcemente
ombreggiate da alberi di sandalo, illuminate dalla luna, in selve
accarezzate da brezze gentili la loro mente è impegnata nel produrre il bene
per tutti gli esseri senzienti.

87 Essi possono vivere quanto desiderano in queste case abbandonate, sotto
agli alberi oppure nelle grotte. Cancellato il timore di dover proteggere le
proprie ricchezze, vi abitano liberi e senza alcuna preoccupazione.

88 Senza nessun tipo di legame, conducono un esistenza autonoma e priva di
bramosia, perfino dei come Indra desidererebbero avere simili esistenze
piene di felicità.

89 Riflettendo in questo modo sulle virtù di una vita da eremita, devo
acquietare ogni pensiero discorsivo e meditare sulla bodhicitta, il pensiero
del risveglio.

90 Per prima cosa mi impegnerò a meditare sulla equivalenza fra me stesso e
gli altri. Debbo proteggere tutte le creature come me stesso, poiché siamo
di fatto tutti uguali, tutti proviamo dolore, tutti cerchiamo la felicità.

91 Nonostante il corpo sia formato da molteplici organi, noi dobbiamo
proteggerli tutti, ed allo stesso modo, tutti gli esseri hanno il mio stesso
desiderio, vivere felici.

92 Pure se il dolore che provo non reca danno al corpo di altri, la mia
sofferenza è quasi insopportabile a causa del mio attaccamento all'Io.

93 Nella stessa maniera il dolore degli altri non si adagia su di me, ma
pure agli altri risulta insopportabile a causa del loro attaccamento all'Io.

94 Ecco perché mio dovere è cancellare la sofferenza altrui; di fatto essa è
come la mia, quindi devo recare benefici agli altri perché come me sono
esseri viventi.

95 Visto che sia io che gli altri inseguiamo la felicità, cosa avrò di
speciale io per impegnarmi solo a cercare la mia?

96 Ed allo stesso modo uguali nel fuggire i dolori, cosa avrò di speciale io
per impegnarmi a difendere solo me stesso e non le altre creature?

97 Se la loro sofferenza non mi reca danno, perche dovrei proteggerli? E
allora perché proteggere me stesso dalle sofferenze future, dato che adesso
non mi danneggiano?

98 È un errore pensare: " nella prossima vita non soffrirò poiché chi muore
e chi rinasce non saranno la stessa persona."

99 " Quando vi sia sofferenza, questa venga eliminata da colui che la
sperimenta" bene, ed allora perché debbo difendere una ferita al piede con
la mano, visto che la mano e il piede non sono la stessa cosa?

100 "nonostante tutto questo sia illogico, si realizza grazie
all'attaccamento all'Io." . ma quello che è illogico per me e per gli altri
esseri viventi, va estirpato comunque in modo totale, e debbo impegnarmici
al meglio ad eliminarlo.

101 Quello che chiamiamo "continuum" ed " aggregato" , se considerati come
entità indipendenti, sono illusioni come i miraggi, come lo sono gli
eserciti o i chicchi di un rosario. E allora, non esistendo inerentemente un
entità che sperimenti il dolore, chi è colui che lo sperimenterà?

102 Visto che un essere indipendente che esista di per se stesso non può
esserci, e quindi non puo soffrire, allora fra il mio dolore e quello degli
altri non vi è differenza.

103 " per quale motivo devo eliminare la sofferenza di tutti gli altri
esseri e non solo la mia?" senza dubbio invece è una necessità, poiché se
non mi impegno a liberare dal dolore gli altri esseri, visto che la mia
sofferenza, sebbene in questo mondo di illusione, è uguale alla loro, non
dovrei pensare a liberarmi della mia.

104 " dato che praticare la compassione mi provocherà sofferenza, perché
dovrei impegnarmi a far crescere tale compassione?" Nel contemplare le
terribili sofferenze che subiscono gli esseri senzienti, come è possibile
considerare grande la sofferenza che nasce dal praticare la compassione?

105 Se fosse possibile attraverso la sofferenza di una sola persona
eliminare quella di tanti esseri, sicuramente la persona dotata di
compassione accetterebbe tutto ciò, per il suo beneficio e quello degli
altri.

106 Allo stesso modo il bodhisattva Supushpachandra nonostante sapesse che
il re lo avrebbe ucciso, per salvare molti esseri si recò alla sua reggia
per insegnare il Dharma, senza invece sfiggirne dal compito per evitare la
morte e la sofferenza.

107 Così colui che è riuscito a dominare la propria mente con la
meditazione, dato che prova gioia nel cancellare le sofferenze degli altri,
sarebbe capace di entrare nel più profondo degli inferni con la stessa
tranquillità che ha il cigno quando si posa su uno stagno pieno di fiori di
loto.

108 Non sarà premio sufficiente l'oceano di felicità che nascerà dalla
liberazione di tutti gli esseri viventi? Dove trovare quindi il motivo di
cercare solo la mia liberazione?

109 Agendo per il bene di tutti, non devo inorgoglirmi, né considerarmi
superiore ad essi, e se provo gioia ad fare il bene degli altri, non devo
avere come scopo di farlo unicamente per aggiungere merito positivo al mio
karma.

110 Perciò allo stesso modo che mi proteggo persino dalle minime situazioni
spiacevoli, debbo impegnarmi nel proteggere gli altri praticando la
compassione.

111 Nonostante una goccia di sangue ed una di seme maschile non siano
l'essenza di una vera entità, a causa della convenzione mi ostino a
considerarla un "Io" questo corpo che mi contiene.

112 Allora perché non dovrei considerare allo stesso modo i corpi degli
altri come "Me" come "Io"? Ed al contrario, sarebbe poi così difficile
considerare questo mio corpo come proprietà di un altro?

113 Adesso che ho compreso le negatività di occuparsi egoisticamente solo di
me stesso, e le innumerevoli virtù che nascono dal prendersi cura degli
altri, cancellerò totalmente questo mio egoismo e mi applicherò nell'aiutare
tutte le creature.

114 Allo stesso modo che mani e piedi sono considerati parti di un corpo,
perché non considerare tutti gli altri esseri senzienti come parti di un
enorme organismo vivente?

115 Come in questo corpo privo di esistenza indipendente si è formato il
pensiero di un "Se", a causa di una lungamente praticata consuetudine
mentale, perché allora non applicare la definizione di "Io" a tutti gli
altri esseri, considerandoli me stesso?

116 Perciò nel momento che li benefico non agisco in modo da ritenermi
speciale, allo stesso modo che quando assumo del cibo per me non mi aspetto
poi di essere premiato per questo.

117 Perciò allo stesso modo che mi proteggo persino dalle minime situazioni
spiacevoli, debbo impegnarmi nel proteggere gli altri praticando la
compassione.

118 Questo è il motivo per cui il Regnante bodhisattva Avalokiteshvara ha
consacrato il suo nome al fine che gli esseri che lo pronunzino tre volte
non provino paura a contatto con moltitudini di persone.

119 Non devo lasciarmi abbattere dalle difficoltà, poiché grazie alla
pratica ed all'abitudine si puo perfino provare dolore per l'assenza di
qualcuno di cui un tempo solo il nome ci terrorizzava.

120 Ecco perché chi desidera divenire rapidamente un rifugio per se e gli
altri, dovrebbe praticare questa santa consuetudine, cioè scambiare se
stesso con gli altri.

121 Causata dall'attaccamento a questo mio corpo perfino una piccola
minaccia mi terrorizza, allora perché non odiare il vero nemico, cioè questo
corpo, che mi da modo di sperimentare simili terrori?

122 Per alleviare fame, sete e i malanni di questo corpo, delle persone
stanno in agguato di pesci, cerbiatti e uccelli per ucciderli.

123 Altri per ottenere danaro e piaceri mondani arrivano pure ad uccidere il
proprio padre e la propria madre, o si appropriano di ciò che appartiene ai
Tre Gioielli. Indubbiamente il loro destino sarà di ardere negli inferi.

124 Chi sarebbe il saggio che allora desidererebbe viziare e proteggere
questo corpo umano? Chi dunque non lo ignorerebbe , disprezzandolo e
odiandolo come un nemico?

125 " se dono questa cosa, io non potrò goderne" questo è un pensiero
egoistico comune ai demoni. " se io godo di questa cosa, cosa mi resterà poi
da donare?" questo invece è un pensiero altruistico di virtù divina.

126 Se per beneficare me stesso causo danno agli altri, poi sarò tormentato
nei regni degli inferi, ma se per il bene degli altri devo danneggiare solo
me stesso, otterrò ogni tipo di virtù.

127 Desiderando solo per me stesso il bene otterrò ottusità e rinascite
sfortunate, ma se lo stesso desiderio lo esprimo verso il favorire il bene
degli altri otterrò saggezza e rinascite fortunate.

128 Se mi approfitto degli altri, fruttandoli come fossero schiavi per i
miei scopi, io stesso in futuro vivrò in schiavitù, ma se mi impegno per il
bene altrui otterrò solo di rinascere come sovrano o cosi via.

129 Tutte le gioie di questo mondo vengono dal desiderio che gli altri
raggiungano la felicità, ed ogni sofferenza di questo mondo viene dai
desideri egoistici che io esprimo.

130 Necessitano forse altre spiegazioni? Basta guardare la differenza che vi
è fra buddha e gli sciocchi, i primi si preoccupano del bene di tutti, i
secondi egoisticamente solo del loro.

131 Quindi se io non elargisco ad altri la mia felicità, per alleviare le
loro sofferenze, in nessun caso otterrò l'illuminazione, ed anche in questa
esistenza ciclica mai avrò delle gioie.

132 Senza pensare alle vite future, neanche i bisogni di questa saranno
soddisfatti, poiché nessuno paga il salario al dipendente che non compie il
proprio lavoro.

133 Abbandonando la causa delle felicità di questa vita e delle prossime,
cioè il praticare per il bene degli altri, gli illusi infliggono sofferenze
agli altri, ma poi le subiranno loro nelle prossime vite.

134 Dato che in questo mondo i mali, le paure ed i dolori sono effetto
dell'attaccamento all' Io, a cosa i sarà utile questo demoniaco Io?

135 Se non elimino subito la sua influenza su di me, non potrò agire per
distruggere la sofferenza, allo stesso modo che non posso evitare scottature
se non mi allontano dalle fiamme.

136 Per evitarmi ogni danno e per cancellare le sofferenze altrui debbo
offrire me stesso agli altri, prendermi cura di loro, allo stesso modo che
la prendo per me stesso.

137 " Sono servo degli altri" questo è il pensiero che la mia mente deve con
determinazione apprendere. Perciò nessun altro pensiero se non quello di
beneficare gli altri la impegnerà.

138 Usare la mia vista, i miei sensi ora che li ho donati agli altri, per un
mio tornaconto non sarebbe lecito. E che dire di quanto sarebbero maligni se
usati addirittura per recargli danno, a loro che ne sono proprietari?

139 Il mio maggiore interesse saranno ora le altre creature, e qualunque
cosa io possiedo ed indosso devo usarla per i beneficio altrui.

140 Quindi ritenendomi inferiore o uguale agli altri esseri, senza causare
concetti nella mente, debbo meditare su invidia, competizione ed orgoglio,
scambiandomi di posto nel seguente modo.


invidia


141 " egli è onorato , e io no. Sono povero, non possiedo ricchezza come
lui. Lo riempiono di lodi, ed io vengo disprezzato, ad egli tutto va bene
mentre io ho solo difficoltà"

142 " Io debbo fare tutta la fatica, mentre lui comodamente riposa, qui lui
è stimato importante mentre io sono considerato inferiore e senza alcuna
qualità"

143 " ma che dici mente mia? Io non ho qualità?" non è così, pure io ne ho,
è vero che paragonato ad alcuni io sono inferiore, ma è vero anche che
paragonato ad altri sono loro superiore.

144 La mia condotta e la mia conoscenza sono degenerate, privo di controllo
sono dominato dai miei difetti mentali. Per quanto possibile dovrei essere
sostentato e curato da egli e dovrei accettare anche le punizioni .

145 Ma non vengo affatto sostentato o curato, allora con che diritto mi
disprezzano? Pure se avessero qualità di cui farsi vanto, a che mi servono
se tali non vengono usate per farmi beneficio?

146 " Egli privo di compassione per coloro che dimorano nei reami inferiori
con orgoglio esibisce le sue doti, e perfino si paragona ai saggi"


competizione


147 "Ecco, io per essere superiore a colui che è considerato un mio pari, mi
impegnerò ad accumulare ricchezze materiali ed onori anche attraverso
conflitti"

148 " con tutti i mezzi , pure illeciti, farò in modo che gli altri
conoscano i miei pregi, assicurandomi che le qualità degli altri a me uguali
rimangano sconosciute."

149 " e poi nasconderò tutti i miei difetti , in modo che io divenga oggetto
di lodi, e non gli altri, per cui sarò sempre al centro dell'attenzione."

150 " estremamente soddisfatto rimirerò la rovina di chi mi è uguale e la
sua disfatta. Agirò in modo che venga disprezzato e considerato da tutti uno
zimbello"


orgoglio


151 " dicono che questo miserabile essere stia cercando di competere con me,
ma come farà a diventarmi simile, nell'aspetto, nell'istruzione, nella
ricchezza o nella posizione sociale?"

152 " perciò sentendo parlare gli altri delle mie qualità ne proverò brividi
di piacere, la fama acquisita mi renderà felice."

153 " pure se costui, il miserabile, ha qualche ricchezza con la prepotenza
me ne approprierò, e se egli lavora per me, a malapena gli fornirò di che
sopravvivere."

154 " farò in maniera tale che la sua felicità scompaia, costantemente lo
danneggerò, poiche in questa esistenza condizionata egli mi ha recato danno
per molte volte."

155 Mente mia, mossa per infinite ere da simili pensieri e desideri, invece
del tuo beneficio hai ottenuto con tutta questa fatica il risultato di
sperimentare la sofferenza.

156 Per questo debbo impegnarmi totalmente a scambiare me stesso con gli
altri, ed in futuro avrò enormi benefici come detto dalle veritiere parole
del Saggio.

157 Se nel passato avessi già agito in tale modo, scambiando me stesso con
gli altri, non sarei stato qui adesso privo dello stato di un Buddha e senza
la sua felicità.

158 Perciò allo stesso modo che realizzo il pensiero che il mio Io sia nato
dalla goccia di sangue e seme maschile di altri, e non da me stesso, per
mezzo di una attenta pratica debbo giungere a considerare gli altri come me
stesso.

159 Essendo divenuto servo di tutte le altre creature, debbo utilizzare
tutto quello che ho per i loro benefici.

160 Io sono contento, e gli altri no, godo di una posizione favorevole, gli
altri no, io vengo aiutato e gli altri abbandonati. Perché allora non sono
invidioso di me stesso?

161 Senza cercare la mia felicità e la mia soddisfazione debbo concentrarmi
a prendere su di me le sofferenze altrui, e poi analizzando costantemente me
stesso diverrò consapevole dei miei difetti mentali.

162 Quando gli altri commettono qualche errore debbo prenderne la
responsabilità su di me, e nel caso commettessi pure il piccolo sbaglio,
dovrò apertamente rivelarlo agli altri.

163 Parlando della buona reputazione di altre persone, farò in modo che
questa superi di gran lunga la mia, e come il più umile dei servi, mi
adopererò per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

164 Dato che l'Io è pieno di numerosi difetti non debbo vantarmi se ho una
qualche qualità che la sorte mi ha donato. E se scoprissi dentro di me
qualche virtù la nasconderò di modo che gli altri la ignorino.

165 E mi auguro che i danni che io ho causato ad altri mi si rivolgano
contro, a danno del mio ego e per il bene di tutti gli altri esseri
senzienti.

166 Non debbo agire con arroganza e prepotenza, al contrario debbo
comportarmi come una sposa appena maritata, con timidezza, riservatezza e
prudenza.

167 Mente mia, questo è il modo di agire! Se non ti impegni per il bene
degli altri tramite gli antidoti della consapevolezza e della vigilanza io
ti domerò, se trasgredisci questa codnotta il tuo egoismo ti porterà alla
tua fine.

168 Ma se nonostante tu sia stata a lungo avvertita, tu agissi in modo
scorretto, mente mia raccoglierai i frutti della punizione poiché tutti i
mali hanno avuto origine da te.

169 Ormai non puoi più danneggiarmi, adesso ti posso osservare bene, e
dovunque andrai distruggerò la tua arroganza.

170 Poi cancella ogni tua intenzione di agire per tuo solo beneficio, poiché
ti ho donata agli altri, cessa di lamentarti e poniti all'opera per
servirli.

171 Se senza consapevolezza io non ti donassi a tutte le creature tu mi
consegnerai ai terribili guardiani infernali.

172 Innumerevoli volte tu mi hai tradito, ed io sono stato tormentato per
tempi interminabili , per cui memore di questo risentimento cancellerò tutti
i tuoi piani egoistici.

173 Perciò, se voglio essere felice, non debbo cercare solo la mia felicità.
E se debbo essere protetto debbo proteggere anche gli altri.

174 Più tenterò di evitare la fatica a questo corpo, tenendolo nell'ozio e
nei vizi, più tale corpo diverrà fragile e debole.

175 Per coloro che si riducano a vivere in tali condizioni, non vi sarà al
mondo oggetto in grado di soddisfare i loro desideri. E chi potrà mai
soddisfarli allora?

176 Le loro illogiche avidità saranno causa solo di miserie, e le loro menti
verranno riempite dalle negatività, mentre coloro che , senza aspettative,
avranno il cuore pulito e libero dai desideri, godranno di infiniti
benesseri materiali e spirituali.

177 Perciò non concederò occasione ai desideri sensuali di sorgere, poiche
in caso contrario continuamente aumenterebbero. Per cui la scelta migliore è
non possedere oggetti da cui essere attratto.

178 Questo corpo verrà trasformato un giorno in cenere e polvere, inerte
verrà mosso da altre forze. Questo corpo è pieno di sporcizia e difficile da
sopportare, perché dunque io lo debbo considerare come "Io" o come il mio
"Se" ?

179 sia che viva o che muoia, di che aiuto mi sarà questo veicolo? In che
modo è differente da una zolla di terra? Perché non mi libero adesso di
questo concetto di "Io"?

180 ho accumulato molte sofferenze in modo illogico, e solo per la
attenzioni a questo mio corpo, che beneficio avranno tutta la mia brama ed
il mio odio, nate da ciò che in effetti è simile solo ad un pezzo di legno?

181 Se pure lo vizio e lo difendo, o quando esso sarà divorato dai rostri
degli avvoltoi, non avrà alcun piacere o avversione, perché quindi debbo
essere attaccato ad esso.

182 Se non prova dolore quando è deriso, o gioia quando è lodato, per quale
motivo dissipo le mie energie accudendolo?

183 " Ma perché i miei amici apprezzano questo mio corpo." Ed allora , visto
che tutti gli esseri hanno un loro corpo, perché non apprezzo gli altri
corpi come faccio con il mio?

184 Quindi libero da ogni attaccamento donerò questo corpo per il bene di
tutti gli esseri senzienti, così anche se esso ha dei difetti ne avrò cura
per potere servire attraverso esso gli altri.

185 Basta con il comportamento infantile! Seguirò le impronte dei saggi, e
rammentando i loro consigli sulla consapevolezza eviterò ogni torpore
mentale ed ogni sonnolenza.

186 Proprio come i compassionevoli bodhisattva con pazienza accetterò le
difficoltà del compito che mi sono prefisso. Poiché se non mi impegno notte
e giorno con attenzione , quando avranno fine i miei dolori?

187 Perciò al fine di eliminare ogni tendenza negativa, controllerò
attentamente la mia mente e la terrò concentrata nella perfetta meditazione
per cancellare ogni offuscamento.



9
La Saggezza



il nono capitolo, eccetto i versi introduttivi e finali, è in forma di prosa
e di dibattito fra la scuola di Shantideva, la Madhyamaka ed altre scuole
buddiste e non. L'ho scritto in carattere corpo normale ( questo) è
dell'autore Shantideva , il corsivo ( questo) fa parte di un commentario .


1 Ogni parte della Dottrina venne insegnata dal Possente Re per accrescere
la saggezza degli esseri senzienti, perciò chi vuole abbandonare la
sofferenza deve sviluppare la saggezza.


I come riconoscere la natura delle saggezza.


A accertamento delle Due Verità


2 le verità illusorie o convenzionali sono definite così poiché sono realtà
accertate da menti valide, le quali hanno apparenze dualistiche, che non
comprendono il significato reale e le verità assolute hanno tale
denominazione in quanto realizzate da un essere con saggezza suprema, o
arya, la mente del quale non possiede apparenza dualistica, queste vengono
considerate le due verità. Quelle assolute non vengono apprese dalla mente
convenzionale, la quale ottiene la conoscenza delle verità assolute.

3 In questo modno vi sono due tipi di persone che sperimentano le due
verità, gli yoghin che possiedono concentrazione profonda dovuta alla
stabilità mentale e la profonda visione interiore, e le persone normali che
non hanno tali realizzazioni. Le persone normali pensano al corpo come ad un
unità, alla mente come un entità permanente e cosi via. Ma gli yoghin
respingono questi concetti per mezzo del ragionamento , ad esempio" il corpo
non è un unità dato che è composto da molte parti" e " la mente non è
permanente poiché si trasforma continuamente" .

4 Poi fra i vari yoghin appartenenti alle varie scuole di pensiero come il
Piccolo veicolo, o il Grande veicolo dei Cittamatrin e quella dei
Madhyamika, esistono differenze sulla comprensione della natura delle entità
di conoscibili. Perciò coloro che dispongono di una conoscenza più elevata
rigettano le teorie di quelli che al riguardo hanno una percezione
inferiore. Per mezzo di esempi come le creazioni illusorie di un mago, il
sogno e cosi via, che sono considerati come non riferibili come fenomeni
reali da entrambi sia da yoghin che persone ordinarie, viene mostrato ai
Proponenti di una Esistenza Esterna ( Piccolo Veicolo) , che pure se
qualcosa appare reale alle loro menti,, non ha necessita di esistere
realmente. Perciò,se anche alcune menti di questi yoghin possono definire
erronee, ovviamente si potranno ritenere erronee alcune pure menti di esseri
ordinari.



1 Confutare le opinioni riguardanti le verità convenzionali.



Domanda di altre scuole buddista: se tutti i fenomeni sono inesistenti,
attraverso le pratiche della generosità ecc. non potremmo raggiungere
l'illuminazione, quindi dove trovare il motivo per praticarle?

Risposta dei Madhyamika : nonostante non esistano in ultima analisi i
fenomeni, ovvero non in modo indipendente, inerente, dato che invece in
assenza di analisi esistono in modo convenzionale, non è in contraddizione
impegnarsi nelle pratiche della generosità ecc ecc. allo scopo di ottenere
l'illuminazione.

Domanda di altre scuole buddiste: dato che i fenomeni si manifestano sia
agli yoghin che alle persone normali, perché dovrebbero esserci dispute al
riguardo?

5 risposta dei Madhyamika: nonostante in apparenza appaiono allo stesso modo,
le persone normali percepiscono le forme e gli altri fenomeni e li credono
realmente esistenti, come se avessero esistenza intrinseca, ma non capiscono
che questi sono simili ai miraggi. Ma dato che gli yoghin li percepiscono
come illusioni, eco dove è il motivo di disaccordo fra yoghin e persone
normali.

6 domanda di altre scuole buddiste: dato che le forme ecc vengono percepite
tramite coscienze sensoriali, non è contraddittorio affermare che non sono
reali?

Risposta dei Madhyamika:non vi è contraddizione, perché queste cose sono
convenzionalmente mondane, ma non sono reali per chi ha una conoscenza
valida, la quale percepisce la verità assoluta. È come se si considerasse
puro il corpo impuro. Di fatto tale affermazione è falsa.

Domanda di alte scuole buddiste: dato che tutti i fenomeni non esistono
inerentemente, perché il Buddha disse che le cose funzionanti hanno una
natura impermanente?

Risposta dei Madhyamika: questa affermazione deve essere però interpretata:
considerando la loro natura convenzionale 7 il Sakyamuni insegnò che le cose
funzionanti, o fenomeni composti, sono impermanenti allo scopo di condurre
le persone normali in modo graduale , dato che le considerano esistenti
erroneamente, verso la corretta visione della realtà. In effetti tali
fenomeni non sono inerentemente impermanenti .

Domanda di altre scuole buddiste : nonostante ciò, dato che tale natura
transitoria non è evidente alle persone ordinarie, non è contraddittorio
dichiarare persino che essa esista , in modo ingannevole anche se la diciamo
convenzionale?

8 Risposta Madhyamika : anche se essa non appare alle persone ordinarie,
poiché appare agli yoghin che hanno percepito la vera assenza del "se"
inerente ad ogni persona, non è sbagliato ritenerla una verità
convenzionale.

Domanda di altre scuole buddiste :ma questo punto non contraddice
l'insegnamento:" percepire l'ipermanenza,la natura transitoria delle cose,
il loro mutare istante dopo istante. Questo significa percepire la realtà
stessa." ?

Risposta Madhyamika : Il percepire la transitorietà da parte degli yoghin
viene ritenuto percezione della realtà stessa. Invece se confrontate agli
yoghin fossero le persone ordinarie a percepire la realtà, allora la
definitiva comprensione da parte degli yoghin delle impurità del corpo umano
sarebbero contraddette dalle persone ordinarie che lo considerano scevro di
impurità.

Domanda altre scuole buddiste : ammettendo che tutti i fenomeni fossero
vuoti di esistenza inerente, in questo caso pure il Buddha lo sarebbe, ed
allora, quali meriti potrebbero nascere nel venerarlo?

9 risposta Madhyamika : proprio come voi dite che venerando un Vittorioso
realmente esistente, si ottengono meriti esistenti, noi sosteniamo che
venerando un Vittorioso simile ad un miraggio,si ottengono meriti simili al
miraggio.

Domanda altre scuole buddiste: se gli esseri senzienti fossero simili ad un
miraggio, poi dopo la morte, come potrebbero rinascere? Sarebbero come se
fossero un elefante creato da un mago, che dopo che finisce l'illusione
della magia, non riappare più.

10 risposta Madhyamika : fino a che saranno presenti le condizioni
necessarie, per tutto quel tempo,anche le illusioni create dal mago saranno
manifeste. Anche se sono "irreali", sono simili agli esseri senzienti,
poiché pure essi come loro nascono da condizioni. Quindi perché considerare
gli esseri senzienti più reali delle condizioni create dal mago solo perché
il continuum mentali dei primi ha durata più lunga nel tempo? Allora pure le
illusioni che durano di più sarebbero più reali di quelle che durano meno.

11domanda alte scuole buddiste : ma , se così fosse, l'uccisione di un
essere senziente compiuta da un altro, e l'illusione magica uccisa da
un'altra illusione magica, non sarebbero allo stesso modo negative? E la
generosità fra gli esseri, e quella fra illusioni magiche, on sarebbero allo
stesso modo positive?

Risposta Madhyamika : dato che un emanazione magica che uccida o benefichi
un'altra emanzione magica è priva di mente, non nasce dalle sue azioni ne
merito ne negatività. Ma se tali azioni le compie un essere senziente, che
possiede una mente inesistente inerentemente, cioè simile ad un illusione
visto che la sua mente può decidere fra l'odio e l'amore, dalle sue azioni
nascerà merito o negatività.

12 dato che i mantra ed altre formule magiche, che producono creazioni
magiche,non hanno il potere di far nascere alcuna mente, non esistono menti
che possono sorgere da essi.

Nonostante siano irreali, tutti i differenti risultati delle creazioni
magiche nascono da condizioni differenti. Così i fenomeni nati da varie
condizioni differenti, sono pure essi vari e diversi. Ma non esiste in
nessun luogo una causa singola che possa far nascere tutti i fenomeni.

Domanda altre scuole buddiste : se nella realtà assoluta , tutti gli esseri
senzienti sono nello stato al di là del dolore, o nirvana nonostante siano
condizionati all'esistenza ciclica,

14 in tal caso pure il Vittorioso dovrebbe dimorare nell'esistenza ciclica,
quindi a che scopo praticare la vita da bodhisattva?

Risposta Madhyamika : se non si interrompe la causa delle emanazioni
magiche, queste non scompaiono e rimangono. Allo stesso modo, poiché gli
esseri senzienti non hanno eliminato la continuità delle condizioni di
esistenza ciclica, essi si trovano in essa. Invece dato che il Buddha ha
eliminato la continuità di tali condizioni, neppure a livello convenzionale
dimora in questa esistenza ciclica.

2 Confutazione delle obiezioni Cittamatrin sulle Verità assolute

I Cittamatrin sono discepoli della scuola detta del "Solo-Mente" del
buddismo Mahayana, e sostengono che non esistono oggetti esterni alla mente;
per costoro la mente non viene condizionata da nessun oggetto di natura
differente da essa,ovvero la mente e l'oggetto sono di un'unica entità, e si
distinguono solo a livello nominale.

La mente è considerata realmente esistente inerentemente, mentre si nega
l'esistenza degli oggetti esterni.

Per stabilire l'esistenza inerente della mente ,i Cittamatrin sostengono
l'esistenza di un "autocognitore" che sarebbe un aspetto non illusorio della
mente, che ha la sola funzione di essere cosciente della mente medesima.


Cittamatrin : se non esiste nessuna coscienza sensoriale ingannevole, allora
quale coscienza può percepire gli oggetti che sono simili alle illusioni,
per esempio la Forma?

Madhyamika : 16 ma se per voi non esistono realmente oggetti esterni,
essendo simili ad illusioni, cosa può essere percepito?

Cittamatrin: nonostante essi non siano realmente esistenti, la coscienza
esiste realmente, quindi , dato che le immagini degli oggetti appaiono nella
mente, sono esse stesse mente , questo è il motivo per cui la coscienza
mentale le percepisce.

Madhyamika : 17 se la mente stessa e gli oggetti simili ad illusioni
costituiscono un'unica entità, allora dato che non ci sarebbe ne osservatore
ne oggetto osservato, quale oggetto verrebbe percepito e da quale mente? Il
Vittorioso ha affermato che la mente non può percepire o osservare se
stessa.18 allo stesso modo che la lama di una spada non può tagliare se
stessa, così la mente non può percepire se stessa.

Cittamatrin : allo stesso modo che la luce illumina completamente se stessa
e ciò che la circonda, allo stesso modo la mente ha percezione di se stessa
e gli altri fenomeni.

Madhyamika: la luce non illumina se stessa, poiché può essere illuminato
deve prima di tutto non essere illuminata. Ma non appena viene accesa la
luce, la medesima mai viene oscurata da alcun fattore in grado di oscurarla.
Allo stesso modo l'oscurità non puo oscurare se stessa.

Cittamatrin: prendiamo ad esempio due tipi di colore blu: il blu che dipende
dal riflesso di un altro oggetto di colore blu, come il blu riflesso da un
limpido pezzo di cristallo, ed il blu che si manifesta senza dipendere da
altro, come quello dei lapislazzuli. 20 allo stesso modo la percezione di
alcuni oggetti, come dei vasi, dipende da altri fattori, come la luce che li
illumina e la mente che li apprende, mentre altri fenomeni come la luce e le
sensazioni di felicità e sofferenza vengono percepite senza alcun tipo di
simile dipendenza .

Madhymika : Non è così, poiché il blu dei lapislazzuli lo si apprende come
blu solo nel momento in cui viene ad esistere, non è qualcosa che prima non
era blu e poi diviene blu da solo. Perciò questo esempio non è adatto a
illustrare la luce che si illumina da sola ne l'"autocognitore" . In maniera
convenzionale , 21 in quanto quel che viene percepito dalla coscienza, si
può affermare che una luce illumina se stessa, ma su quale base di
percezione si può affermare che la mente conosce se stessa? Perciò l'esempio
e quel che esso illustra non sono in accordo. Dato che non esiste una
coscienza esistente inerentemente, 22 non può esistere una mente che la
possa percepire, ed è assurdo argomentare se tale coscienza possieda o no la
qualità di conoscere se stessa. Sarebbe come parlare se la figlia di una
donna sterile è bella o no.

Cittamatrin: Ma se l'autocognitore non esistesse, in che modo potremmo
successivamente avere memoria della coscienza e del suo oggetto? Dato che
non potremmo avere un simile ricordo, l'esistenza dell'autocognitore si
afferma sulla base che questo è necessario per sviluppare il ricordo della
coscienza.

Madhyamika : l'argomentazione così non è valida, poiché anche senza una
coscienza che conosce se stessa, esisterà un ricordo causato dal legame con
esperienze di altri oggetti, come la percezione delle forme. Ad esempio, un
orso, nonostante sia in letargo e non si accorga in quel momento del morso
di un topo, poi in primavera, ascoltando il suono dei tuoni, si sveglierà e
proverà dolore. Da ciò, indirettamente, rammenterà che precedentemente era
stato morso. Il procedimento attraveso cui un momento di coscienza viene
rammentato è simile a questo esempio.

Cittamatrin : 24 se alcuni, in possesso di condizioni necessarie a causare
per esempio la concentrazione , possono percepire da lunga distanza le menti
degli altri , a maggio ragione sarà possibile che si percepisca la propria
coscienza, essendo quest'ulima molto vicina a colui che la percepisce.

Madhyamika : ma in realtà non è necessario sia così, allo stesso modo che se
uno applica un farmaco miracoloso per gli occhi , consacrato da coloro che
possiedono poteri spirituali, i suoi occhi riescono a scorgere tesori
sepolti profondamente nel terreno ,ma la pozione miracolosa che ha sugli
occhi, e che è molto più vicina dei tesori, non può vederla.

Cittamatrin : se non esistesse l'autocognitore, neanche il cognitore di
altro dovrebbe esistere. Perciò non esisterebbero le percezioni di vedere,
sentire ecc. ecc.

Madhaymika : 25. Ma noi non vogliamo negare la vera esistenza del vedere,
sentire o delle altre coscienze . Quello che vogliamo eliminare è il
concetto che queste cose siano esistenti inerentemente, poiché questo
concetto è la base della sofferenza.

Cittamatrin : 26 gli oggetti illusori non sono esterni, non sono altro che
mente. Ma, anche se non sono altro, non si possono considerare come la mente
stessa. Perciò essi noi li definiamo fenomeni indescrivibilmemte diversi
dalla mente.

Madhyamika : come possono oggetti illusori essere la mente e qualcosa
differente da essa? O sono l'una o l'altra cosa, ma se voi affermate che non
è così, gli oggetti illusori non potrebbero esistere.

27 come per voi gli oggetti illusori, pure se non esistenti realmente,
possono essere percepiti, qesto vale anche per la mente, che nonostante non
esista inerentemente, convenzionalmente può apparire come percettore.

Cittamatrin : l'esistenza ciclica, lo stato in cui oggetto e soggetto
appaiono come due unità distinte ,ha come base della sua apparenza illusoria
qualcosa di reale, cioè una coscienza non duale realmente esistente. In caso
contrario, se non avesse qualcosa di reale come propria base, l'esistenza
ciclica sarebbe come lo spazio, e non uno stato dove soggetto ed oggetto
potrebbero apparire come reali.

Madhyamika : 28 se la dualità dell'esistenza ciclica dipendesse da qualche
cosa di reale, che esistesse in modo intrinseco , come avrebbe la
possibilità di fare apparire come reali soggetto ed oggetti? Ne
conseguirebbe che non potrebbe farlo, proprio perché essa esiste in modo
intrinseco.

Di fatto, non esistono fenomeni che esistano in modo intrinseco. Perciò
nella vostra tradizione ogni mente sarebbe una singola coscienza isolata non
duale, non accompagnata da nessun oggetto.

29 Se questo poi fosse vero, dato che così la mente esisterebbe
separatamente dai suoi oggetti, allora tutte le creature senzienti
diverrebbero dei buddha. A che scopo allora ritenere che il fondamento dell'
esistenza ciclica sia la "Sola Mente"?

B dimostrare la Conoscenza che le Verità Convenzionali sono simili ad un
miraggio.

Cittamatrin : 30 pure se si arrivasse a comprendere che tutti i fenomeni
sono simili ad un illusione , come potremmo eliminare i difetti mentali? Se
un mago creasse una donna illusoria con la sua magia, potrebbe tuttavia
sviluppare attaccamento per essa.

Madhyamika : colui che creasse tale illusione non eliminerebbe la
predisposizione o la spinta al desiderio per gli oggetti percepibili, come
ad esempio le donne. Perciò , osservando la donna che ha fatto apparire, la
sua facoltà di comprenderne la vacuità della stessa sarebbe molto debole.
Nonostante si possa capire come sia vuota di esistenza reale tale donna
creata dall' illusione, a causa della mancanza di comprensione che tutti i
fenomeni sono privi di esistenza intrinseca, nascono le predisposizioni al
desiderio.

32 Ma , esercitandosi nel percepire la vacuità di ogni fenomeno, si potrà
eliminare ogni predisposizione all'attaccamento all' esistenza intrinseca.
Percependo così l'assenza di esistenza intrinseca di ogni fenomeno, si
eviterà di avere attaccamento anche all'esistenza intrinseca della vacuità,
considerandola esistente in modo autonomo e indipendente. Da quel momento in
poi sarà impossibile il nascere di qualunque difetto mentale.

Cittamatrin : quando si afferma che nessun fenomeno esiste, questo vuol dire
che il fenomeno che deve essere negato non può essere compreso durante
l'analisi. In quel momento , dato che la base di negazione dell'esistenza
intrinseca viene rimossa, come può la vacuità manifestarsi alla mente come
cosa esistente in modo intrinseco? Allo stesso modo che non esiste in figlio
di una donna sterile, non esisterà neanche la morte di questo figlio.

Madhyamika 34 . nel momento che né un entità né una non entità , ovvero la
vacuità, si presentano davanti alla mente, dato che non vi è alcun altra
alternativa, come ad esempio qualcosa che sia" una entità e una non entità"
allo stesso tempo , o che non sia nessuno dei due, né una cosa né l'altra,
alla fine, tramite una pratica costante , la mente che percepisce i fenomeni
come realmente esistenti svanirà e verrà totalmente pacificata.

Domanda di altre scuole. Se è come tu affermi, il Buddha essendo oltre il
concetto "Io farò questo." in che modo potrebbe agire per il beneficio degli
altri?

Madhyamika : 35 l'albero che esaudisce i desideri e la gemma che ha lo
stesso potere, nonostante siano privi di motivazione concettuale, soddisfano
i desideri a causa dei poteri che possiedono e dei meriti delle persone che
li esprimono. Allo stesso modo a causa del potere di entrambi, cioè dei
meriti accumulati rendendo pura la propria mente da parte discepoli e delle
preghiere di un buddha fatte quando era un bodhisattva, il corpo fisico del
Vittorioso si manifesta e compie gli atti che recano benefici.

Domanda altre scuole: se il Buddha aveva questa aspirazione molto tempo
prima, come può verificarsi l'effetto solo dopo la sua illuminazione?

Madhyamika : per esempio, nonostante il bramino Sanku sia morto da molti
anni, il reliquiario Garuda , che lui consacrò mediante il potere dei suoi
mantra, è tuttora in grado di neutralizzare i veleni. 37 allo stesso modo,
il reliquario del corpo di un Vittorioso si manifesta in seguito alla
condotta, alle azioni ed alle preghiere che egli compì quando era un
bodhisattva. Nonostante adesso il bodhisattva sia oltre il dolore, nel
nirvana definitivo, ed il suo pensiero di portare beneficio a tutti gli
esseri sia cessato, egli porta a compimento tutto ciò che può essere di
beneficio alle creature.

Shravaka 38 : se il Buddha non ha mente concettuale, si può accumulare
merito venerandolo?

Madhyamika : non vi è errore in questo, dato che i meriti derivati da
venerare un buddha vivente e quelli che derivano dal venerare le sue
reliquie, pure quando egli è nel nirvana, sono gli stessi.39 l' autorità
degli scritti conferma che si ottengono meriti sia dal venerare un Buddha
privo di mente concettuale che uno ingannevolmente ritenuto possessore di
una mente concettuale, come pure in senso assoluto di uno esistente in modo
intrinseco.

Ad esempio come voi sostenete che i meriti esistenti siano frutto di
venerare un Buddha realmente esistente dotato di mente concettuale, anche
noi sosteniamo che meriti non esistenti intrinsecamente derivano da venerare
un Buddha non esistente intrinsecamente.

C stabilire che le Verità Assolute sono la Vacuità

Vaibhashika-Sautrantika: 40 realizzando la percezione diretta dei sedici
attributi delle quattro nobili verità, come l' impermanenza ecc. si avrà
come frutto la liberazione dai difetti mentali. A che scopo quindi coltivare
la visione della vacuità?

Madhyamika : le visione della vacuità è necessaria, in quanto nelle
scritture della Perfezione della Saggezza è insegnato che senza il sentiero
della saggezza che realizza la vacuità non vi sarà illuminazione non avendo
egli compreso la vacuità.

Vaibhashika-Sautrantika: 41 dato che gli insegnamenti del mahayana non sono
parole dirette del Buddha, per noi non sono valide autorità scritturali.

Madhyamika : in tal caso, come considerate valide le vostre scritture?

Vaibhashika -Sautrantika: esse sono valide e credibili, dato che sono
considerate parole del Buddha da entrambe le scuole, quella del Grande e
quella del Piccolo Veicolo.

Madhyanika : perciò, prima di averle confermate come vostri precetti
dottrinali, le vostre scritture stesse non potevano ritenersi parole dirette
del Buddha, dato che in quel momento non avevate ancora accertato che
fossero effettivamente parole del Buddha.

Vaibhashika .Sautrantika: nonostante ciò,sono tuttora valide, perché apprese
tramite lignaggio ininterrotto.

Madhyamika 42 :ma tale ragione,attraverso la quale voi credete nelle vostre
scritture, può essere egualmente applicata al mahayana, dato che pure noi
abbiamo un lignaggio puro ed ininterrotto di maestri. In più, se voi
ritenete valido qualcosa solo perché due soggetti lo accettano come
tale,allora dovreste accettare pure i Veda e le altre scritture non buddiste
come valide e credibili.

Vaibhashika-Sautrantika :43 le autorità scritturali mahayana non sono valide
poiché vengono dibattute.

Madhyamika : questo è vero però anche per tutte le vostre scritture, che
vengono contestate dai non buddhisti ed alcune anche da scuole buddhiste
differenti, quindi in questo caso voi dovreste rifiutare pure le vostre
scritture.

44 Voi ritenete che ogni insegnamento che possa essere collocato nei Tre
Canestri dell'insegnamento scritturale sia parole del Buddha, classificando
tali insegnamenti secondo la disciplina morale, disciplina della
concentrazione e disciplina della saggezza. Allora poiché questi
insegnamenti vengono dati nella maggioranza delle scritture mahayana, per
esempio nel Sutra Samdhinirmochana , ne consegue che esse sono simili alle
vostre scritture, perché dunque non le ritenete parole valide del Buddha?

45 Dato che causato dal vostro non riconoscere come parole del Buddha una
scrittura come il Sutra della PrajnaParamita , affermate che le scritture
mahayana non sono parole del Vittorioso, allora per la stessa ragione,dato
che il Sutra Samdhinirmochana è simile ai vostri testi, perché non accettate
le scritture mahayana come rivelati dal Vittorioso?

Vaibhashika- Sautrantika : se testi mahayana come i sutra della
PrajnaParamita fossero parole del Buddha, sicuramente il grande Kashyapa ed
altri arhat li avrebbero compresi. Dal momento che così non è, essi non sono
parole del Buddha.

Madhyamika : dato che tali testi sono estremamente profondi,

46 perfino il grande Kashyapa e gli altri arhat non furono in grado di
comprendere ciò che viene insegnato nelle scritture mahayana.

Perciò ,esclusivamente dal fatto che voi non li comprendete, chi mai
potrebbe considerare ciò motivo valido per non accettarli come valide parole
del Buddha? Voi sostenete:

47Il monaco arhat è il fondamento dell'insegnamento dato dal Buddha,ma
sarebbe molto difficile, per quelli che non hanno compreso la vacuità, e
sono condizionati dalla credenza di esistenza intrinseca, essere monaci
arhat, poiché essi non potebbero avere eliminato completamente i loro
difetti mentali. Perciò dato che non avrebbero eliminato la sofferenza,
dovrebbe essere molto difficile per loro avere raggiunto lo stato oltre il
dolore, cioè il nirvana.

Vaibhashika -Sautrantika: nonostante costoro non abbiano compreso la
vacuità,48essi si sono liberati dalla sofferenza poiché hanno eliminato i
difetti mentali attraverso la meditazione sui sedici attributi delle Quattro
Nobili Verità, come l'impermanenza e la mancanza di esistenza autonoma ed
intrinseca del "se" di una persona.

Madhyamika : questa visione è erronea, poiché meditando sugli attributi
delle quattro nobili verità è possibile eliminare solo i difetti mentali
grossolani. Ritenete forse che, eliminadno solo i difetti mentali grossolani
si possa ottenere l'eliminazione della sofferenza e lo stato di arhat "con
rimanenza" ? nonostante essi non siano più condizionati da difetti mentali
grossolani, è stao insegnato che, causa la forza delle predisposizioni delle
azioni precedentemente compiute, ,arhat come Mogalyayana sperimentavano
sofferenza.

Vaibhashika- Sautrantika: non appena essi hanno eliminato i difetti mentali,
sebbene ancora sperimentino sofferenza temporaneamente, ne saranno liberi
appena abbandoneranno i loro corpi, perché sicuramente non hanno
attaccamento per gli aggregati del corpo e della mente,che sono la causa
dell'esistenza ciclica.

Madhyamika : ma dal momento che essi hanno ancora un tipo di attaccamento
che è uno stato sottile di ignoranza, perché non dovrebbero rinascere a
casusa di questo condizionati da difetti mentali? 50 avverrà proprio così,
dato che la condizione causale di provare sensazioni che sono associate alla
credenza di un esistenza intrinseca produrrà attaccamento, e quindi questi
arhat hanno ancora tali sensazioni. Questo perché colui che non concepisce
la vacuità ha ancora una mente che concepisce l'esistenza intrinseca, e
considererà alcuni oggetti come esistenti intrinsecamente. 51 Nonostante i
suoi difetti mentali grossolani possano momentaneamente cessare, però essi
ritorneranno ancora, allo stesso modo che nel assorbimento meditativo senza
discriminazione concettuale, i difetti mentali cessano solo momentaneamente,
e quindi in seguito ritornano appena termina l'assorbimento meditativo.
Perciò coloro che vogliono eliminare ogni sofferenza dovrebbero meditare
sulla vacuità. Quando si è compresa la vacuità, si dovrebbe sviluppare la
compassione 52 verso quelli che ignorando la vacuità continuano a
sperimentare la sofferenza. A quel punto , domorando nell'esistenza ciclica,
si compie l'inconcepibile beneficio per gli altri, essendosi ormai liberati
dai due estremi: l'attaccamento alla felicità data nell'esistenza ciclica e
della sofferenza; tale è quindi il frutto della meditazione sulla vacuità.

53 la meditazione sulla vacuità è l'antidoto per le ostruzioni create dai
difetti mentali, che oscurano la mente e la sua conoscenza. Perciò come mai
coloro che vogliono raggiungere velocemente l'onniscienza non meditano sulla
vacuità? 54 Dato che la sua comprensione ha tali vantaggi e la sua assenza
di comprensione tali svantaggi , non vi è alcuna validità nel criticare in
qualunque

modo la vacuità. Perciò senza avere dubbio se essa sia parte del sentiero
del Buddha oppure no, dovremmo meditare su di essa.

Obiezione: ma io non voglio meditare sulla vacuità, perché questa mi
terrorizza.

Risposta : si dovrebbe essere spaventati da quel che effettivamente produce
sofferenza, ossia il pensiero che vi sia una esistenza intrinseca , ma
perché avere timore della meditazione sulla vacuità, se essa elimina tutte
le sofferenze?

II come meditare su assenza di "se" intrinseco delle persone e dei fenomeni

A la mancanza di un "se" intrinseco nella persona.

1 confutare in modo generale il "se " intrinseco della persona

56 se esistesse un Sé od un Io realmente in modo intrinseco sarebbe giusto
provare timore di ogni cosa, ma dal momento che non esiste un simile se, chi
mai ci spaventa?57 i denti, i capelli e le unghie non sono il sé , né le
ossa né il sangue lo sono, il sé non è né il pus, ne il muco né la linfa, 58
non è né il sudore o il grasso, neanche i polmoni ed il fegato lo sono, e
nemmeno sono il sé tutti gli altri organi interni. Il sé non è né escrementi
ne urina. 59 la pelle e la carne , il calore e i venti di energia, niente di
tutto ciò è il sé, e neanche le cavità del corpo e in nessun istante lo
saranno mai i sei tipi di conoscenza. Il motivo è che tutte le sei categorie
psicofisiche sono impermanenti, costituite da parti e non sono indipendenti

5 confutare concetto del "se" secondo la scuola non buddhista Samkhya

Madhyamika: 60 nel caso in cui la coscienza percepente il suono, fosse un sé
permanente, dovrebbe esistere una coscienza uditiva in ogni momento, anche
in assenza di suono. Ma dato che tale coscienza dipende dal suono, in
assenza di esso come oggetto di coscienza, per quale ragione tramite quale
mezzo di conoscenza si potrebbe definire tale coscienza percepente il suono?

61 nel caso esistesse tale coscienza anche in assenza di suono, ne
conseguirebbe per assurdo che anche un pezzo di legno può divenire coscienza
uditiva. Perciò senza oggetto di coscienza vicino al percettore possiamo
affermare che non esiste alcuna coscienza che lo possa percepire .

Samkhya : quando è assente il suono non necessariamente vi è assenza di
percezione di esso, poiché successivamente, quando il suono non c'è 62 la
coscienza uditiva che vi era diviene coscienza visiva e cosi via. Queste
coscienze sono una cosa sola.

Madhyamika Allora nell'istante in cui è presente quella visiva, perché non
viene udito alcun suono?

Samkhya : non viene udito poiché non vi è suono nelle vicinanze.

Madhyamika : questo è il motivo per cui tale percezione cosciente non può
esistere. 63 In che modo potrebbe qualcosa, la cuoi natura è percepire
suoni, percepire pure le forme visive? Non potrebbe farlo, dato che una
caratteristica esclude l'altra.

Samkhya : le loro caratteristiche sono reciprocamente esclusive, ma
relativamente ai due oggetti che si manifestano in momenti diversi, non vi è
contraddizione ad asserire che una sola coscienza li percepisce. Questa è
simile a colui che in relazione al proprio figlio ed al proprio padre, è
padre e figlio allo stesso tempo.

Madhyamika : nella vostra tradizione non è valida tale affermazione, perché
64 in tale caso pure la materia esistente in modo intrinseco, da voi
chiamata materia primordiale, che voi considerate come stato non apparente e
bilanciato di purezza, motilità e oscurità, non potrebbe essere ne padre ne
figlio, dato che essa ha esistenza intrinseca ed indipendente.

La percezione delle forme visive non esiste come percepente il suono, poiché
se fosse dotata di tale natura, dovrebbe senza dubbio essere apparente,
mentre essa non è percepita mai da un percettore valido in questo modo.

Samkhya : Per esempio, 65 come un attore ha molti ruoli differenti, la
precedente percezione del suono viene poi percepita in altro modo, come una
percezione di una forma visiva.

Madhyamika : In questo caso la coscienza non potrebbe essere permanente, in
quanto si trasformerebbe continuamente in qualcos'altro.


Samkhya : nonostante la coscienza si manifesti in vari modi, la sua natura
rimane la stessa di prima ed è permanente.

Madhyamika : ma tale unicità di natura è un genere di unicità che non avete
mai asserito prima.

Samkhya : la coscienza si manifesta in vari modi, 66 e nonostante non siano
reali, la loro natura è singola e reale.

Madhyamika : in tal caso, per favore, diteci quale è questa natura singola e
reale.

Samkhya : E' quella dell' essere coscienti semplicemente che essa è una e
reale.

Madhyamika : Allora ne conseguirebbe che tutte le menti di tutti i diversi
individui sarebbero una singola unità, poiché esse sono simili per il fatto
di esser percettori consci.

E poi,67 pure il "sé" che ha intenzioni e la sostanza primordiale che invece
non le ha, diverrebbero una sola entità, poiché sono simili nell'essere
entità che possono essere apprese. Quando coscienze particolari, percezioni
uditive ecc. ecc. sono erronee e non vere,come possono aver aspetto
veritiero comune, cioè una base simile, quella di essere coscienze? Quindi
questo non è valido, poiché non vi è logica nel ritenere qualcosa veritiero,
se le sue parti sono false.

3 Confutare il "sé" come esposto dalla scuola Naiyayika

Madhyamika :68 ma un fenomeno non mentale non può essere il "sé" che può
sperimentare gli oggetti, poiché privo della qualità mentale, proprio come
un vaso.

Naiyayika : nonostante il "sé" non sia nella natura della mente, questo è in
grado di sperimentare gli oggetti, dato che è in possesso di mente separata.

Madhyamika : quel che dite non è logico, poiché quando un "se" , che per sua
natura non è conscio degli oggetti, arriva ad essere consapevole dei
medesimi perché viene in possesso di una mente, ne verrebbe per assurdo, che
divenedno un "sé" conscio quel "sé"non conscio cesserebbe di esistere, e dal
quel momento non sarebbe più permanente come invece viene da voi asserito.
69 Pure se il Sé fosse privo di mutamenti oppure immutabile, come potrebbe
dunque quel Sé non conscio degli oggetti, divenirne consapevole , grazie
all'essere dotato di mente? Tutto questo non è possibile. Perciò se voi
ritenete il Sé come una cosa che non è in grado di conoscere gli oggetti in
quanto è materia, e non in grado di produrre effetti in quanto permanente,
pure lo spazio allora è un Sé.

4 confutare le argomentazioni che riguardano la mancanza di un Sé intrinseco.

non buddisti : 70 se il Sé non fosse permanente, non potrebbe esserci
relazione fra effetto e causa, non potrebbe esservi l'agente dell'azione,
nel momento in cui riceve i frutti della stessa. Ciò perché l' agente, il
creatore dell'azione,dovrebbe cessare nel momento che questa finisce, e non
potrebbe esistere nel momento che ne riceve i frutti. Perciò , chi
riceverebbe i frutti di tale azione?

Madhyamika : la base per le azioni causali , gli aggregati mondani, e la
base per il frutto che essa nutre, gli aggregati per la vita futura,sono due
stati distinti di uno stesso essere vivente. Entrambi ,noi e voi, riteniamo
validi questi due stati dell'essere, ma voi li considerate un Sé permanete,
mente noi un Sé senza esistenza intrinseca, poiché un tale Sé permanente non
può compiere l'azione e coglierne il frutto. Perciò non ha senso dibettere su
questo punto.

Obiezione non buddisti : cosa dire allora delle azioni i cui frutti vengono
colti in questa stessa vita? Esse non hanno differenti aggregati che
compiono l'azione causale da quelli che ne godono i frutti.

Madhyamika . 72 però è impossibile che gli aggregati di qualcuno compiano un
azione causale ed allo stesso tempo ne abbiano esperienza del risultato,
proprio come padre e figlio non possono essere nati nello stesso istante.

Obiezione non buddisti : però in una scrittura voi affermate :" come potrà
un altro sperimentare i risultati delle azioni che noi commettiamo? O
monaci, le azioni che voi commettete ed accumulate non matureranno su cose
esterne come la terra, ma sui vostri aggregati futuri."

Perciò la vostra asserzione è in contraddizione con questo scritto, in cui
si evidenzia che il creatore dell'azione dovrà sperimentare in prima persona
i frutti di essa.

Madhyamika : ma la nostra asserzione va interpretata nel seguente modo :
mentre il Vittorioso si riferiva alla continuità stessa dell'individuo,
insegnò che colui che compie l'azione ne fruisce il risultato, allo scopo di
evitare che si negasse la legge del karma, cioè la legge di causa ed
effetto. Ma se esiste un continuum non esiste però un Se permanente.

Non buddhisti : perché non esiste un Sé permanente?

Madhyamika : 73 né la mente del passato né quella del futuro sono il Sé
poiché esse no esistono,una ha cessato di esistere e una non ha ancora avuto
esistenza.

Non buddhisti : ma la mente attuale, di questo momento, che è manifesta ma
non ancora cessata, non è questa forse il Sé?

Madhyamika : se fosse così, allora nell'istante successivo, quando è
cessata, non dovrebbe più esistere questo Sé. Con questa asserzione si nega
che tutti i cinque aggregati siano Sé:74 come l'albero di banano a cui viene
segato il tronco in più parti non ha nessuna essenza, allo stesso modo se
cerchiamo un Sé fra gli aggregati con ragionamenti analitici non lo
troviamo.

Non buddhisti: 75 se gli esseri senzienti non sono realmente esistenti, che
motivo vi è di provare compassione?

Madhyamika nonostante gli esseri senzienti non esistano inerentemente,
esistono in modo convenzionale, perciò si deve avere compassione verso
coloro che definiamo esseri senzienti dalla nostra mente confusa, che ha
promesso di seguire la via del bodhisattva, per guidarli verso la
liberazione della sofferenza.

Non buddhisti:76 se gli esseri senzienti non esistono chi riceverà i frutti
della compassione?

Madhyamika : nonostante ciò, che a livello assoluto esseri, compassione e
frutti non esistano, a livello convenzionale si, poiché siamo dotati di una
mente che conosce la verità convenzionale, produciamo compassione
convenzionale, che crea frutti convenzionali, nei confronti di esseri che
esistono convenzionalmente, in questo mondo illusorio.

Non buddhisti dato che la compassione è uno stato soggettivo al quale i
fenomeni appaiono falsi, ed è pure una mente confusa circa la realtà ultima
dei fenomeni, allora pure essa può essere negata, come la confusione nei
riguardi del Sé.

Madhyamika : per eliminare la sofferenza non possiamo ne dobbiamo negare la
compassione, perciò neanche il riconoscimento dei suoi risultati, benchè
simili ad un illusione. 77

Ciò che va rifiutato è la confusione sulla natura definitiva del Sé, poiché
essa accresce i difetti mentali come orgoglio ecc, che sono causa di
sofferenza.

Non buddhisti: ma non vi sono metodi per eliminare tale confusione?

Madhyamika : si, vi sono, poiché il maggiore antidoto per eliminare tale
confusione è la meditazione sulla inesistenza di un Sé intrinseco e reale.

B l'assenza di un se intrinseco ai fenomeni.

1 Applicazione della consapevolezza sul corpo:

78 il corpo non è ne piedi ne polpacci, né cosce né vita, né petto né
spalle, né addome né schiena 79 costole, mani, ascelle, nuca, collo non sono
corpo; né gli organi interni o la testa. Perciò in che modo, di grazia,
potrebbe essere trovato in queste parti un corpo esistente inerentemente?

80 se il corpo fosse presente in ogni sua parte, ed in tutte le direzioni,
si potrebbe affermare che le parti del corpo sono presenti nelle parti dei
suoi arti, ma allora dove si trova questo corpo inerentemente esistente e
privo di parti? Esso dovrebbe esistere senza dipendere da esse e senza
relazione con esse. 81 Se tale corpo esistente inerentemente , fosse
presente in modo distinto in ogni sua singola parte, come la mano, allora ci
sarebbero molti corpi, tanti quanti le parti di esso.82 Se un corpo
esistente inerentemente non è presente né fuori né dentro se stesso, come le
sue varie parti potrebbero possederlo? E dato che non è qualcosa diverso
dalle mani e dalle altre parti, come separate da esso potrebbe vivere tale
corpo,senza esserne in relazione?

Perciò 83 non c'è alcun corpo esistente inerentemente nelle sue parti, ma a
causa delle percezione errata delle sue parti, si crea una mente che
erroneamente lo percepisce reale. Ma non esiste inerentemente nel modo
percepito da tale mente, che è simile a quella che da lontano scambia un
mucchio di sassi per un uomo se disposte in forma simile ad esso.

84 come i sassi sembrano un uomo, sino a quando le condizioni causali
saranno combinate a presenti a farlo sembrare un uomo visto da lontano, così
le parti del corpo appariranno come un corpo esistente inerentemente fino a
che saranno presenti le condizioni causali errate per tale concetto.

85 come fra le sue parti il corpo non esiste inerentemente, così vale per le
mani, poiché sono un insieme di dita, ed anche queste non esistono
inerentemente essendo un insieme di falangi, composte da altre parti e cosi
via.

86 allo stesso modo pure queste parti suddivise in particelle atomiche sono
prive di esistenza inerente dato che sono molteplici pure esse e pure nelle
particelle direzionali è lo stesso. E quindi le particelle atomiche sono
vuote come lo spazio , cioè prive di esistenza inerente, e così anche se il
corpo appare esistente realmente non è così. 87. Perciò , avendo cosi
realizzato, chi avrà attaccamento per esso che è simile ad un miraggio? E
dato che non esiste inerentemente, perché fare distinzione fra corpo
maschile e femminile? Entrambi non esistono inerentemente !

2 applicazione di consapevolezza sulle sensazioni.

Madhyamika : nel caso che le sensazioni di sofferenza esutsano in modo
intrinseco, non finirebbero mai. Se fosse il tale modo sofferenza e gioia
non potrebbero neutralizzarsi vicendevolmente. E quelle di gioia mai
nascere. Ma non è così , quindi il concetto di esistenza inerente di
sensazioni va rimosso. Poi se la gioia fosse esistente inerentemente, chi è
malato e soffre non potrebbe data la sua sofferenza provare gioia per cibi
deliziosi e cose simili. La gioia che si sente nel mutamento non si
proverebbe. Perciò il concetto di felicita esistente inerentemente va
rimosso.

Altre scuole: ma la sofferenza esiste reamente, ma, 89 come nasce un intenso
senso di piacere, non si prova sofferenza poiché nascosta dal piacere.

Madhyamika : ma se priva di quel che definisce la sensazione, cioè l'
esperienza di essa, come può ciò che non ha natura di esperienza divenire
sensazione?

Altre scuole. È sensazione poiché 90 v'è una esperienza di dolore molto
sottile. Certamente l'aspetto grossolano viene eliminato da un intenso
piacere. La natura del dolore sottile è una leggera sensazione di piacere,
distinta da un sensazione di piacere più intensa.

Madhyamika : questa sottile esperienza non può essere fonte di dolore,
poiché dite che è di piacere, e nulla può essere allo stesso tempo di dolore
e di piacere. 91 se nella mente di qualcuno nasce il dolore perché è
presente l'opposto di esso, allora è errato pensare come sensazione quello
che non si sta sperimentando.92 perciò come antidoto a questo si deve
sviluppare la meditazione analitica sulla vacuità di esistenza inerente di
tutti i fenomeni. Tale analisi ed il suo assorbimento mentale è l'"alimento"
che sostiene gli yoghin nella comprensione della realtà effettiva dei
fenomeni.

Confutazione del contatto che causa sensazione

Madhyamika :93 se vi fosse spazio fra i poteri sensoriali, come fra occhio e
i suoi oggetti, le forme visive, come potrebbero entrare in contatto?
Sarebbero come un monte ad occidente e l'altro ad oriente. Ma se non vi
fosse alcuno spazio, e quindi formassero un unità, chi entrerebbe in
contatto con chi ? non vi sarebbe colui che entra in contatto né chi lo
subisce. E poi 94 le particelle atomiche senza parti sensoriali e le
particelle senza parti degli oggetti non potrebbero entrare fra loro in
contatto, in nessun lato poiché non potrebbero fondersi fra loro. Poiché
queste particelle non hanno spazio al loro interno, e sono quindi uguali per
dimensioni. Ma se esse si incontrano dovrebbero unirsi fra loro, altrimenti
non ci sarebbe mescolanza fra le due, e senza questa non vi sarebbe
possibilità di contatto fra tutti i loro lati. 95 ma come sarebbe logico,per
quelli che affermano un esistenza di particella atomica senza parti,
affermare che essa si incontra con altre prive di parti? Se fosse vero, la
particella avrebbe una parte che entra in contatto ed una che non entra, e
quindi la particella non è più priva di parti! Se riuscirete a vedere una
particella priva di parti in grado di entrare in contatto con uun'altra per
favore mostratela anche a noi. Ne deriva che 96 non è logico che entri in
contatto con la coscienza, poiché questa non è composta da materia, cioè
qualcosa di materiale non può entrare in contatto con ciò che è privo di
materia.

Altre scuole : nonostante non vi sia incontro fisico, esiste in tale caso
l'aggregazione fra potere sensoriale, oggetto e coscienza , che dà l'effetto
della cognizione o della percezione.

Madhyamika : Non è valido ciò, perché ne abbiamo dibattuto in precedenza,
non è possibile trovare una aggregazione esistete inerentemente.

97 perciò se il contatto, dato dalla sensazione, non esiste inerentemente,
da dove nascono le sensazioni inerentemente esistenti, cioè l'effetto?
Dunque perché affannarsi per avere sensazioni piacevoli? Allo stesso modo
,quale mente potrà mai esser danneggiata , e da quale sofferenza? Sia il
piacere ottenuto sia il dolore non esistono inerentemente.98 E dato che non
esiste un Sé inerente della persona che ha esperienza delle sensazioni
neppure queste esistono inerentemente. Avendo compreso tutto questo, perché
non eliminare la brama di ottenere piacere e di separarmi dal dolore?

Visto che gli oggetti dei sensi 99 che vedo, tocco ecc ecc. ,mi appaiono
senza esistenza inerente,la loro natura è come un miraggio, perciò pure la
sensazione di essi è priva di esistenza inerente. Se le sensazioni
soggettive fossero esistenti inerentemente ,la mente che le sperimenta non
potrebbe essere, dato che nasce contemporaneamente ad esse, poiché nascendo
allo stesso tempo, non vi sarebbe causa -effetto fra loro e la mente.

100 in modo simile ,le sensazioni precedenti e successive possono essere
ricordate o desiderate, ma non possono effettivamente, poiché o debbono
ancora nascere o sono già passate. Quindi non essendoci ne soggetto ne
oggetto,da sole loro non si sperimentano. Se la mente del passato, del
presente e del futuro non può sperimentarle, allora niente è in grado di
farlo 101. Perciò non esiste soggetto esistente inerentemente che può
sperimentare sensazioni, e parimenti ne sensazioni inerentemente esistenti.
Per cui : come questo insieme di aggregati senza un Sé , può ricevere
benefici da sensazioni piacevoli, e subire danno da quelle dolorose? Non
può, dato che piacere e dolore non esistono inerentemente.

3 l'attenzione della consapevolezza sulla mente.

102 una conoscenza inerentemente esistente non è nei poteri sensoriali, come
la vista e cosi via. E neanche negli oggetti, come le forme visive e cosi
via. E neanche fra i due. E poi, non esistendo una mente inerentemente
esistente nel corpo, ne fuori da esso, non vi è neanche altrove.

103 tale coscienza mentale non è ne corpo né qualcosa di altro, la mente
nella sua più piccola parte è esistente inerentemente. Perciò tutti gli
esseri senzienti , da tempo infinito, dimorano nel nirvana, quindi le loro
menti sono senza esistenza inerente da sempre.

Domanda : nonostante la coscienza mentale possa esistere così, le cinque
coscienze sensoriali, non percepiscono ugualmente i loro cinque oggetti?

Risposta : bene: analizziamo se esse esistono prima, dopo o simultaneamente
ai loro oggetti. 104 se affermiamo che le cinque coscienze esistono prima
degli oggetti che percepiscono, in questo caso, in relazione di quali
potrebbero manifestarsi? In tale momento non vi sarebbe alcun oggetto,
poiché non ancora prodotto. Se la coscienza e gli oggetti di cui essa è
cosciente, nascessero simultaneamente, in relazione a quale oggetto essa
potrebbe sorgere? In tale caso, dovrebbe esserci prima di manifestarsi, e
pure il suo oggetto, quindi una volta manifestata, non vi sarebbe necessità
che essa nascesse prodotta dall'oggetto.

105 .E se si manifesta dopo l'oggetto di cui diviene cosciente, quale
oggetto potrebbe produrla? Allora poiché nel momento che la coscienza si
manifesta l'oggetto deve essere già svanito, ne deriverebbe che la coscienza
non ha nessun oggetto.

4 attenzione sulla consapevolezza diretta sui fenomeni

in tale modo si comprenderà, attraverso questi ragionamenti, che tutti i
fenomeni non nascono in modo intrinseco.

5 respingere affermazioni errate sulle Due Verità.

Altre scuole: se fosse come dite, non esisterebbe alcun fenomeno, e pure le
verità convenzionali che nascono e cessano, ed allora come potete presentare
due verità nella scuola Madhyamika? E poi, se tutti i fenomeni non fossero
generati e distrutti realmente, e le verità convenzionali stabilite come
semplicemente nascenti e cessanti dal dargli un nome, come potrebbero gli
esseri andare oltre la sofferenza? Non potrebbero farlo, perché pure se uno
entrasse dentro il nirvana irreversibile, questo potrebbe divenire una
verità convenzionale e mutevole, poiché altri lo definiscono come entità che
nasce e che cessa .

Prasangika in verità è irreversibile, ma per il fatto che non si comprende
esso si può erroneamente concepire come una cosa che nasca e poi cessi. Ma,
solo perché stabilito come verità convenzionale a questa condizione falsa,
questo non implica che cessi di esistere come stato irreversibile.

Questa falsa concezione non può portare il nirvana a non esistere, poiché
un'altra persona non può fare di una verità convenzionale qualcosa di altro
dalla sua convenzionalità.

107quella convenzionalità è una concezione errata nella mente di qualcuno
che non è giunto allo stato oltre la sofferenza, non si tratta della mente
convenzionale di chi è andato oltre ad esso. Poi, quando il nirvana è stato
ottenuto, se quella concezione fosse accreditata come esistente,in nirvana
sarebbe una verità convenzionale reversibile. Ma dato che tale concezione
distorta non esiste in chi ha ottenuto il nirvana, esso non esiste come
verità convenzionale reversibile.

108 obiezione : dato che la mente la quale analizza e l'oggetto analizzato
sono reciprocamente dipendenti, se non si stabilisce l'oggetto non esiste
neanche la mente, per cui la vostra analisi sulla non reale esistenza non
sarebbe valida.

Risposta : ma in realtà dato che l' oggetto non esiste inerentemente la
mente che lo analizza non esiste inerentemente. Ma ciò non vuol dire che
l'analisi non sia valida, poiché tutte le menti analitiche vengono definite
coscienze convenzionali, e si afferma dipendano da ragionamenti accettati
nel mondo. 109 fosse necessario analizzare quella prima mente analitica con
un'altra mente analitica esistente inerentemente, allora pure questa seconda
mente analitica dovrebbe essere a sua volta analizzata da una terza mente
analitica. Perciò ,dato che tale processo mai avrebbe fine, non si potrebbe
accertare l'oggetto dell'analisi.

Quando l'oggetto dell'analisi è stato perfettamente analizzato, e si
stabilisce che è vuoto, quindi è assente di esistenza inerente, pure la
mente analitica realizza che non possiede alcun oggetto esistente
inerentemente come propria base o referente. Perciò , visto che si è
compreso che non esiste alcun oggetto esistente inerentemente, pure senza
analisi si comprenderà che non esiste nessuna mente esistente inerentemente
che da esso possa sorgere. Tale stato di pace, in cui non sorgono oggetti o
coscienze ,viene definito nirvana, lo stato al di là del dolore.

III negare il pensiero che deve essere abbandonato:

l'esistenza inerente.

A confutazione su esistenza inerente di soggetto ed oggetto

111 Per i Realisti, sia l'oggetto che la coscienza che lo percepisce sono
realmente esistenti. Tale posizione è difficile da sostenere, dato che non
esistono prove per essa, e può essere facilmente confutata.

Realisti : la vera esistenza dell'oggetto viene accertata tramite la vera
esistenza dei poteri sensoriali delle coscienze .

Madhyamika :cosa si può stabilire come esistente inerentemente da una
coscienza esistente inerentemente?

Realisti : d'altra parte noi possiamo affermare : la coscienza viene
accertata esistente inerentemente grazie all'oggetto di cui essa è conscia.

Madhyamika: cosa si può stabilire come esistente inerentemente ciò che è
dipendente dall'oggetto di conoscenza? Se essi esistessero , sia oggetto che
soggetto, in modo intrinseco, dipendeno ognuno dall'altro, allora, quando il
primo non viene accertato non lo è neanche il secondo. Entrambi sarebbero
dunque non esistenti . ad esempio, 113 se qualcuno non ha un figlio, tale
persona non può esser padre, ed anche se nessuno né è padre, da dove può
venire un figlio? In questo modo dato che senza figlio non può esservi
padre, e senza padre non può esservi figlio, in entrambi i casi nessuno dei
due esisterà. Allo stesso modo, coscienza ed oggetto non esisteranno
indipendentemente fra loro.

Realisti : in questo non vi è contraddizione, tramite relazione di
dipendenza noi possiamo dimostrare le cose come esistenti realmente. Per
esempio, un germoglio prodotto da un seme,da esso possiamo dedurre la vera
esistenza del seme, da tale germoglio, pure se esso dipende dal seme. Allo
stesso modo perché non potremmo comprendere che esiste un oggetto della
coscienza veramente esistente, dal momento che essa sorge da quello?

Madhyamika: 115 Non è la stessa cosa, l' esistenza del seme può esser
compresa vedendo che il germoglio che si genera da esso, tramite una
coscienza che è distinta dal germoglio e che comprende che il germoglio ha
come sua causa il seme.

Ma quale mente potrebbe avere la cognizione di un esistenza intrinseca
esistente, che secondo voi, apprende l'oggetto della conoscenza
intrinsecamente esistente? È impossibile apprendere tale coscienza poiché
tale entità intinsecamente esistente non esiste!

B stabilire la vacuità di esistenza intrinseca dal punto di vista della
causa.

1 confutare la produzione indipendente da causa.

Charvaka: le cose sorgono o si producono senza causa: infatti nelle nostre
scritture si afferma: " il sole sorge e l'acqua scorre verso il mare, i
piselli sono rotondi, i colori delle piume di un pavone, ecc ecc, tutti tali
fenomeni nascoono per proria natura, senza essere creati da alcuno"

Madhyamika : tale asserzione non è valida, poiché 116 a volte la produzione
di un effetto dall'insieme di tutte le relative cause, può esser percepita
anche dalle persone ordinarie, e poi tramite inferenza si può capire che i
vari effetti, come i vari fiori di loto, dipendono da varie cause.

Charvaka tale varietà di cause da che è prodotta?

Madhyamika : tutte queste da varie cause precedenti.

Charvaka : per quale ragione una particolare causa produce un particolare
effetto?

Madhyamika. Perché questo proviene dal potere della causa precedente ad
esso.

2 confutare produzione nata da causa permanente.

Naiyayika : Ishavara è la divinità, è puro e degno di venerazione, è
permanente ,è singolo, senza parti, è il creatore di tutte le cose.

Madhyamika : se voi affermate che Ishvara sia la causa di tutti gli esseri
migratori, allora per favore, chi o cosa è esattamente egli?

Naiyayika : Egli è i grandi elementi , terra , acqua ,fuoco, aria e spazio.

Madhyamika: effettivamente , tali elementi sono causa di ciò che da essi
sorgerà in seguito, ma perché vi preoccupate del semplice nome di Ishvara,
che voi date ad essi? Questo non è degno di dibattito. In ogni caso,tramite
questa affermazione, voi contraddite lavostra definizione di Egli, perché
119 dato che terra e altri elementi sono molteplici, impermanenti, privi di
mente mutevole e non divini, entità impure che vengono calpestate , questi
non possono essere Ishvara. 120 e neanche lo spazio essendo inattivo può
esserlo, e neppure il Sé, dato che tale punto è stato già confutato.

Naiyayika: egli è un creatore al di là di ogni comprensione.

Madhyamika se Egli è un entità incomprensibile per noi, dove è lo scopo di
descriverlo? Poi, piu precisamente, 121 quali effetti può produrre Egli?

Naiyayika : Egli crea il "se" , le particelle atomiche dell'elemento terra
ecc ecc. come pure la continuità successiva di Egli stesso.

Madhyamika : ma voi non credete che tutto ciò abbia natura permanente? se è
cosi questo è contraddittorio, ciò che è permanente non si può produrre. La
coscienza non è creata da Egli, gli stati mentali di essa dipendono dai
diversi oggetti della conoscenza, e la sua natura cognitiva nasce da 122 una
ininterrotta serie di precedenti momenti di conoscenza. Felicità e
sofferenza sono prodotte rispettivamente da azioni positive e negative.
Perciò, per favore, dite quali effetti produce Ishvara. Se per voi la causa
, Ishvara, il permanente creatore di effetti, è senza inizio, come possono
avere inizio la felicità e la sofferenza ecc? allo stesso modo, dato che
Egli non ha fine, 123 allora perché felicità e sofferenza non sono sempre
presenti e senza fine? Secondo la vostra visione dovrebbe essere così, ma
così non è.

Naiyayika : non è indispensabile che Ishvara produca sempre effetti, poiché
nonostante sia permanente, per produrre gli effetti egli dipende dalle
condizioni.

Madhyamika : in questo caso, ne consegue che Egli non può dipendere da
altro, perché secodno la vostra dottrina non esistono fenomeni oltre a
quelli che Egli ha creato. Quindi da che dipende la sua produzione di
effetti? 124 se dipende da un insieme di condizioni,si avrebbe che egli è
effetto delle stesse, e non lui la causa. Ciò poiché dato che cause e
codnizioni sono già riunite, Egli non avrebbe allora potere di produrre gli
effetti, e se essi non ci sono, il potere di produrne nessuno.125 se i
risultati fossero prodotti senza la volontà di Ishvara, ne deriva che questi
dipendono dal potere di qualcosa differente da Egli. Ed anche se tali
fossero in accordo con i suoi desideri, la loro produzione dipenderebbe dai
suoi desideri. E se la sua produzione è dipendente, Egli è sotto l'influenza
dei desideri, che sono impermanentio, perciò cosa diverrebbe il vostro
permanenente Ishvara?

Poi 126 alcuni ( Vaisheshika) sostengono che il mondo inanimato e tutte le
creature senzienti siano creati da particelle atomiche permanenti, tale
affermazione è inaccettabile perché abbiamo già confutato in precedenza lì
esistenza di tali particelle permanenti.

I Samkhya affermano che tutti gli oggetti di conoscenza si possono
raggruppare nel Sé consci e nella materia primordiale, con le sue
manifestazioni. Fra questi due il Sé non è né causa né effetto, e la
sostanza primordiale è considerata causa del mondo,dotata di permanenza,
priva di parti, materiale invisibile e creatrice. 127 loro la definiscono
equilibrio fra tre qualità, : felicità, sofferenza e equanimità, denominate
nella loro dottrina : purezza, attività ed oscurità.

Essi sostengono che gli stati di assenza di equilibrio fra queste
costituiscono il mondo, vale a dire tutti gli stati che si manifestano dallo
squilibrio della sostanza primordiale.

Madhyamika 128. Tale sostanza non può esistere, perché qualche cosa privo di
parti, una entità inscindibile, non può essere con una triplice natura. Allo
stesso modo le qualità non possono essere realmente come tre, poiché ognuna
ha tre aspetti : questo perche voi ritenete che ogni fenomeno esistente
possiede la natura di queste tre qualità. E poi 129 se esse ,vale a dire la
causa,non esistono realmente, l'esistenza di fenomeni che da esse sorgono,
ad esempio il suono che da esse si manifesta come effetto, non ci sarebbe.

Non è possibile che abiti e gli oggetti tattili, abbiano la stessa natura
del piacere ecc. poiché non sono di natura mentale. I Samkhya li credono
manifestazioni di sostanza materiale.

Samkhya : gli abiti posseggono la natura del piacere perché sono veramente
della natura della causa, vale a dire le qualità di piacere, dolore ed
equanimità che li manifestano.

Madhyamika: ma oggetti come gli abiti come possono essere simili (essendo
composti di parti) al corpo?non abbiamo forse già confutato l'esistenza
intrinseca del corpo? E poi secondo la vostra tradizione, la causa dei
vestiti ecc è posta nelle tre qualità, e questo come può essere? I tessuti
non nascono dal piacere. Invece, come si vede pure a livello convenzionale,
è l'indossarli che dà piacere. 131 . E poi analizzando bene il tessuto di
lana,la causa, è privo di esistenza intrinseca, ed anche la felicità, il suo
effetto, allo stesso modo.

Il piacere ed altre sensazioni non possono mai essere permanenti,perché
fenomeni temporanei. 132 se il piacere fosse sempre presente, perché non lo
sperimentiamo anche quando sorge il dolore?

Samkhya : quando nasce il dolore non si sente piacere perché questo è
estremamente sottile.

Madhyamika come fa qualche cosa di permanente essere a volte grossolano ed a
volte sottile? 133 se esso diviene sottile quando cessa di essere grossolano
, la sensazione dovrebbe essere impermanente, allora perché per gli stessi
motivi non accettate che anche tutti i fenomeni sono impermanenti?

Samkhya nonostante gli stati temporanei sottili o grossolani, la natura del
piacere è permanente.

Madhyamika 134 dato che questi stati non sono altro che il piacere stesso, e
dato che sono impermanenti allora pure il piacere è impermanente . Voi dite
che una cosa non può esser prodotta dal niente, poiché non esiste nel nulla.
Cosi come l'olio non si ricava dalla sabbia. Perciò 135 nonostante non
accettiate la produzione dei fenomeni, che precedentemente non erano
esistenti, sostenete però che tali devono esser presenti al momento della
loro causa, perché pure se precedentemente non sono manifesti,
successivamente sorgono come effetto in una forma manifesta. Ma se l'effetto
è presente nella causa, mangiare del cibo equivale a mangiare escrementi, e
poi dovreste acquistare per abiti semi di cotone invece di tessuto.

Samkhya nonostante le cose esistano così, le persone confuse del mondo non
indossano semi perche non percepiscono i vestiti in essi.

Madhyamika anche Kapila , il vostro fondatore, da voi considerato
"Conoscitore di verità" ha indossato abiti e non semi, perciò tutto valeva
anche per lui, inoltre, dato che per voi il "conoscitore di verità",
l'effetto, dovrebbe esistere in una persona ordinaria, la causa , perché le
persone ordinarie non vedono abiti nei semi?

Samkhya : in realtà , un conoscitore della verità esiste nella sua causa, la
persona ordinaria, ma in quel momento gli stati della persona sono privi di
validità, perciò non possono vedere i vestiti nei semi.

Madhyamika. Allora pure gli effetti, come il Conoscitore di verità, il cibo
e i tessuti ecc ecc, che essi percepiscono chiaramente sono privi di
validità, perché pure essi oggetti di menti erronee.

Samkhya : se ,in accordo alla vostra tradizione, persino le cognizione
valide non sono valide, essendo dunque erronee, non sarebbe erronea la
vacuità che esse comprendono? Deve esserlo. Perciò, la meditazione sulla
vacuità, cioè la verità assoluta, è scorretta.

Madhyamika 139 senza identificare la vera esistenza che la mente percepisce
erroneamente, non si può percepire la sua vacuità. Come non si può prendere
in considerazione la morte del figlio di una donna sterile. Dato che la non
vera esistenza è in relazione alla vera esistenza , pure la non vera
esistenza, che è negazione della falsa esistenza è chiaramente falsa, vale a
dire non ha un esistenza indipendente. Ma è del tutto valido meditare sulla
vacuità, perché questo è l'antidoto per eliminare il concetto di esistenza
intrinseca. Ad esempio 140 quando in sogno muore un figlio , il pensiero di
colui che sogna riguardo la non esistenza del figlio,causa la cessazione del
pensiero della sua esistenza. Ma sebbene sia falso il pensiero della sua non
esistenza,esso ha tutavia il potere di eliminare il pensiero della sua
esistenza.

3 sommario:

perciò quando tramite questi ragionamenti si svolge questa analisi, si
accerterà che nessun fenomeno impermanente esiste senza cause, e che da
tempo senza inizio nessuna singola causa e condizione od insieme di esse
sono mai esistite 142 dato che i fenomeni veramente esistenti non si
manifestano da qualche luogo da altro, all'inizio essi non sono prodotti,
nel mezzo non dimorano, ed alla fine cessando non vanno da nessuna parte.
Quindi tutto ciò che mediante analisi non è stabilito come reale, sebbene
percepito così da menti confuse,in che modo è diverso dai miraggi? Essi
appaiono reali ma tali non sono.

5 stabilire che i fenomeni convenzionali nascono da cause

143 ogni cavallo o elefante creato da un mago, qualsiasi forma visiva e cosi
via, nata da condizioni e cause, va analizzato per comprendere: all'inizio
da dove ha avuto origine, nel mezzo dove dimora, e alla fine dove avrà
termine. Tramite analisi essi si riveleranno simili nell'essere privi di
vero andare e venire. 144 un effetto sarà percepito a causa del suo essere
connesso ad una causa, ma senza di essa non sarà percepito. Dato che è un
prodotto di cause e condizioni, esso è simile al riflesso di uno specchio,
perciò come può avere esistenza intrinseca indipendente?

C stabilire la vacuità dell' intrinseca esistenza dal punto di vista
dell'effetto.

145 una cosa esistente in modo intrinseco, che motivo avrebbe mai di una
causa? Se essa esistesse intrinsecamente, di per se stessa, dovrebbe già
esistere. Se essa non fosse esistente, che necessità avrebbe di una causa?
Se non esistesse, non sarebbe effetto di alcunchè.

Non buddisti : nonostante una causa non possa generare una non cosa, può
però trasformare una non cosa in una cosa.

Madhyamika : tutto ciò è privo di logica! 146 pure per mezzo di miliardi di
cause una non cosa non potrà essere trasformata in qualcosa d'altro, poiché
permanente .Se potesse cambiare , dovrebbe farlo o mantenere il suo stato di
non cosa, oppure abbandonandolo. Nel primo caso,come può divenire cosa, se
il suo stato temporaneo, è rimasto non separato dall' essere non cosa?

Nel secondo caso, quale è quella cosa in grado di separare prima se stessa
dallo stato di non cosa, e poi trasformarsi in cosa? Questo è impossibile.
147 .E poi, non abbandonando lo stato di non cosa sarà impossibile che
esista allo stesso tempo mentre è una non cosa. Quindi , quando mai potrebbe
esistere una cosa? Si dovrebbe fare un ulteriore considerazione,nel caso di
una non cosa che diviene cosa , avendo prima abbandonato lo stato di non
cosa. Senza divenire effettivamente una cosa, una non cosa non può essere
separata dallo stato di non cosa. 148 e se non si separa da questo stato, è
impossibile che si produca lo stato di cosa esistente. Allo stesso modo una
cosa esistente intrinsecamente, non può trasformarsi in una non cosa, perché
ne verrebbe, per assurdo, che una entità dotata di una natura ne avrebbe una
duplice, divenendo quindi una cosa ed una non cosa allo stesso tempo.

149 in tale modo non può esistere alcuna cessazione o produzione di cose
esistenti inerentemente. Perciò tutti gli esseri non sperimentano mai una
nascita esistente inerentemente , né una cessazione esistente inerentemente.
Essi fin dall'inizio sono pacificati,senza esistenza intrinseca, e per
natura oltre ogni dolore, cioè in uno stato privo di esistenza intrinseca.
150 nonostante gli esseri senzienti appaiono, essi non esistono in maniera
intrinseca, proprio come un sogno. E dato che quando analizzati
perfettamente, si rivelano privi di qualsiasi essenza, sono simili al tronco
di un banano. Perciò nel loro essere privi di esistenza inerente non vi è
differenza fra lo stato di dolore , lesistenza ciclica, e quello al di là
del dolore, il nirvana.

IV risultati della saggezza

151 Perciò, se le cose sono senza esistenza inerente, cosa c'è di guadagno e
cosa da perdere in esse? Chi è colui che mi rispetta, o che abusa di me?

152 Da che deriva piacere o dolore? Cosa mi da piacere i dispiacere? In
questa ricerca della verità assoluta e perfetta natura, chi è che ha
desiderio e cosa ha da desiderare?

153 Tramite analisi, il mondo degli esseri viventi si svela senza esistenza
inerente. Perciò chi è colui che può morire? Cosa avverrà e cosa è accaduto?
Chi sono realmente parenti e amici?

154 Possano tutti gli esseri , come ho fatto io, riconoscere che ogni
fenomeno è simile allo spazio, nonostante questo, coloro che vogliono la
gioia sono afflitti da ciò che da dispiacere, o provano eccessiva gioia per
ciò che da piacere.

155 Non trovando la felicità essi soffrono, e per poterla trovare continuano
a dibattersi. Litigano fra loro e si feriscono, vivono la vita in molto
dolore.

156 Sebbene ottengano a volte stati di esistenza felice, in cui si danno a
molteplici piaceri, dopo la morte dovranno per lungo tempo subire la
sofferenza dei reami inferiori.

157 Nell'esistenza ciclica molti sono i dolori, dove è assente la
comprensione liberatoria della vacuità. E poi il credere che questa sia un
esistenza inerente e la comprensione della vacuità si contraddicono fra
loro. Ma trovandomi nell'esistenza condizionata, se non comprendo la realtà
ultima dei fenomeni,

158 Dovrò continuare a subire oceani di sofferenza senza paragoni. Infatti
ho poca energia per praticare e la mia esistenza è corta come il bagliore
del fulmine.

159 Mi impegno per vivere a lungo, per evitare fame e malanni, e per
riposare spreco il mio tempo dormendo. Sperimento ingiurie ed avversità,
accumulo amicizie senza frutto con persone infantili.

160 Così rapidamente scorre questa vita, senza significato, ed è difficile
capire correttamente la realtà. Perciò come trovare il modo di eliminare il
futile vagare della mente?

161 E poi, molti demoni interiori ed esteriori si applicano per farci cadere
nei reami inferiori. Molti sono le vie sbagliate ed ingannevoli, ed è
difficilissimo eliminare i dubbi sul corretto sentiero.

162 Sarà difficile riavere la libertà di una esistenza umana, e più duro
sarà incontrare maestri illuminati. È difficilissimo eliminare il fluire dei
difetti mentali. Povero me! Quanti dolori infiniti!

163 È molto triste per gli esseri viventi, sbalzati qua e là nella corrente
del dolore, sebbene soffrano enormemente non siano consapevoli della loro
sofferenza.

164 Alcuni compiono di continuo abluzioni rituali, altri si gettano nel
fuoco, e nonostante soffrano continuamente insistono ancora, dicendo di
essere soddisfatti.

165 Allo stesso modo, vi sono altri che agiscono come se mai dovessero
invecchiare o morire. Ma poi la vita finisce ed arriva la caduta nei reami
inferiori di esistenza.

166 Quando sarò capace di eliminare la sofferenza di coloro che ne sono
vittime, mediante la pioggia di beatitudini che scenderà dalle nubi dei miei
meriti?

167 Perciò, avendo con rispetto portato a termine la mia raccolta di meriti,
tramite il metodo di non aver attaccamento all'esistenza intrinseca, quando
sarò in grado di rivelare la verità della vacuità, a quelli che accecati
dall'ignoranza di questa realtà, vanno verso la rovina?



10
Dedica dei meriti



1 tramite la forza positiva accumulata nel comporre questo testo, possano
tutte le creature seguire il sentiero dell 'illuminazione.

2 grazie ai miei meriti possano coloro che sono tormentati, in qualsiasi
luogo essi siano, ottenere felicità e gioia.

3 Per tutto il tempo che saranno nel ciclo delle rinascite, possano essere
felici e tutti provino beatitudine.

4 Tutte le creature che soffrono dolori infernali, in qualunque luogo
dell'universo esse siano, giungere a provare la pace e la beatitudine di
Sukhavati.

5 Coloro che sono chiusi nell'inferno di ghiaccio possano provare calore,
quelli prigionieri delle fiamme possano avere refrigerio da piogge
torrenziali nate da nuvole di meriti dei bodhisattva.

6 Che la foresta di foglie affilate come rasoi divenga un delizioso
boschetto, che gli alberi di spade e pugnali si trasformino nelle piante che
esaudiscono i desideri.

7 Che le zone più terribili degli inferi divengano zone di felicità, con
specchi d'acqua pieni di profumati fiori di loto, con il suono piacevole
delle voci di cigni anatre ed oche.

8 Che i tizzoni in fiamme divengano gioielli, che il terreno rovente divenga
di cristallo kucente, che le " montagne stritolanti" degli inferi divengano
palazzi celestiali, pieni di buddha da onorare.

9 Da oggi in poi, le piogge di lava e lapilli e lance divengano piogge di
fiori, e che tutti quelli che si trovano negli inferi combattendo fra loro
posino le armi, divenendo amici che si porgono fiori.

10 Tramite i meriti che io ho accumulato possano coloro che sono immersi nei
torrenti di acido, con le ossa scarnificate e bianche, ottenere i corpi di
esseri celestiali, e vivere con le dee vicino a fiumi dolcussimi.

11 " perché gli aguzzini di Yama e i corvi e gli avvoltoi timorosi fuggono?
Chi ci invia questa forza gloriosa che dona gioia e elimina l'oscurità?" e
gli esseri volgendo in alto lo sguardo vedranno il luminoso Vajrapani.
Perciò la loro gioia elimini ogni negatività e restino a godere della sua
vicinanza.

12 Poi, vedendo il fiume di lava in secca grazie alla pioggia di fiori ed
acqua profumata, ogni essere infernale sarà inondato di felicità, e si
chiederà, come tutto ciò sia accaduto, allora vedranno Padmapani, il
Reggente del Loto.

13 " senza paure, venite qui, non dovete più fuggire, sopra di noi il
giovane Manjushri scaccia le nostre paure, il bodhisattva compassionevole,
il protettore degli esseri migratori, il suo potere può rimuovere dolore e
donare gioia.

14 Guardatelo nel suo palazzo, che risuona delle lodi innalzate da migliaia
dee , con moltitudini di dei che offrono i loro diademi ai suoi piedi di
loto, mentre cadono piogge di petali e fiori sulla sua testa ". avendo tale
visione, possano gli esseri negli inferi gioire.

15 Nello stesso modo, grazie alle mie radici di virtù, vedendo cadere piogge
profumate da nubi create da Samantabhadra e dagli altri bodhisattva, possano
le creature negli inferi avare autentica gioia.

16 Possano tutti gli animali essere liberi dal timore di uccidersi l'un
l'altro per divorarsi , e che gli spiriti famelici abbiano gioie come coloro
che vivono nel continente settentrionale .

17 E attraverso il latte che sgorga dalla mano di Avlokishtevara, possano
essi esser sazi e soddisfatti, immergendosi in esso provino sollievo.

18 Che i ciechi riescano a vedere ed i sordi riescano ad udire , e le donne
a partorire senza dolore, come avvenne per Mayadevi.

19 Che gli ignudi trovino vesti, e chi ha fame mangi a sazietà, coloro che
hanno sete trovino acqua e deliziose bevande.

20 Che i poveri ottengano ricchezze, gli afflitti provino gioia, i disperati
trovino di nuovo fiducia in loro stessi, e trovino benessere.

21 Coloro ammalati e deboli, siano liberati dai mali, e tutte le malattie
che subiscono gli esseri viventi si estinguano e mai ritornino.

22 Coloro in preda al terrore si liberino da esso, che i prigionieri
riabbiano la libertà, che i deboli abbiano forza, e che tutti gli esseri si
aiutino a vicenda, con gentilezza.

23 Tutti coloro che viaggiano trovino la gioia, in ogni luogo essi vadano, e
che realizzino lo scopo del viaggio, senza alcuno sforzo.

24 Coloro che navigano raggiungano la meta, e tornati alla loro terra, poi,
possano riunirsi con gioia a familiari ed amici.

25 Coloro che hanno smarrito la via, trovino compagni di viaggio, in maniera
che il loro cammino, senza minaccia di fiere o predoni, sia agevole.

26 Che i celesti guardiani proteggano i bambini, gli anziani, i pazzi ed i
deboli di mente, e quelli che senza protezione sono smarriti in terre
desolate.

27 Che tutti siano liberi dagli ostacoli, che abbiano fede, saggezza e
gentilezza. Tramite corretti mezzi di sostentamento e condotte positive,
possano accrescere una consapevolezza durante la loro vita.

28 Che tutte le creature ottengano tesori inesauribili, simili allo spazio,
e ne godano liberamente, senza che essi divengano causa di conflitti.

29 Che coloro senza qualità giungano alla magnificenza, e che quelli che
sono deboli ed emaciati abbiano bellezza e perfezione.

30 Che tutti gli esseri nati in forme inferiori ottengano rinascita
superiore, che le persono nate nelle caste inferiori abbiano grandezza, ed i
superbi l'umiltà.

31 Perciò, tramite i meriti che io ho accumulato, possano tutte le creature
abbandonare ogni genere di azione negativa ed abbiano condotta positiva.

32 Che non siano mai separati dal pensiero dell'illuminazione, impegnandosi
sempre nel sentiero del bodhisattva, possano essere condotti e protetti dai
buddha, abbandonando le azioni dei demoni.

33 Possano tutti vivere a lungo e, vivendo felici, scompaia pure la parola "
morte".

34 In tutte le dieci direzioni abbondino giardini pieni di alberi che
realizzano i desideri, dove si sente il dolce suono del Dharma emesso dalle
voci dei buddha e dei loro figli bodhisattva.

35 Che la superficie della terra divenga pura e senza asperità, soffice come
il palmo della mano, e liscia come i lapislazzuli.

36 Che le moltitudini di discepoli e praticanti producano in tutti i luoghi
moltitudini di buddha e bodhisattva, i quali colmino questi luoghi delle
loro qualità.

37 Che tutte le creature sentano ininterrottamente il suono del Dharma, che
si diffonde da alberi, animali, raggi di luce e spazio.

38 Che giungano in presenza dei buddha, e incontrino i bodhisattva, e
possano questi Maestri essere onorati da nuvole di offerte.

39 Che gli esseri Celesti facciano piovere al tempo giusto, in maniera che i
raccolti siano abbondanti, che i sovrani regnino in accordo al Dharma, e che
gli abitanti del mondo vivano in prosperità.

40 Che tutte le medicine siano efficaci, che i mantra ottengano il risultato
auspicato, e che gli spiriti carnivori dell'aria abbiano mente
compassionevole.

41 Che ogni essere non soffra mai, che nessuno si ammali mai, e non commetta
più il male. Che nessuno provi più paura, ne che faccia o subisca insulti, e
che le menti siano sempre libere da angosce.

42 In tutti i templi ed i monasteri vi siano sempre lezioni e che le
recitazioni aumentino, e che la comunità monastica viva sempre in armonia ,
realizzando così le sue mete.

43 Che i monaci che vogliono praticare trovino luoghi quieti ed isolati, ed
avendo abbandonato ogni distrazione, meditino con mente ben addestrata.

44 Che le monache ottengano tutto ciò di cui hanno bisogno, evitando litigi
e conflitti, che tutta la comunità monastica mantenga una pura disciplina
etica.

45 Coloro che hanno trasgredito la morale, pentendosi,si impegnino nel
cancellare i loro errori, in tale modo ottengano di nuovo rinascite felici,
in modo di praticare una ottima disciplina etica.

46 Che i saggi ed i sapienti siano venerati, ricevendo sempre offerte,
grazie al loro continuum mentale puro, possa la loro fama diffondersi
dappertutto.

47 Che gli esseri non subiscano più le sofferenze dei mondi inferiori, né
soffrire difficoltà e dolore. Con forza e bellezza superiore agli dei
divengano tutti velocemente dei buddha.

48 Che tutte le creature facciano ripetute offerte ai buddha, e tramite la
beatitudine di questi, godano le creature di perenne felicità.

49 Che tutti i bodhisattva compiano il bene degli esseri migratori, in
accordo alle loro intenzioni, e che tutte le creature ricevano adesso i
benefici, a loro destinati dai Buddha Protettori .

50 Che tutti i realizzatori solitari e gli uditori ottengano la Perfetta
Felicità.

51 Tramite la gentilezza di Manjushri , finche otterrò la Perfetta Gioia,
possa essere io consapevole nel corso di tutte le mie vite, e possa ottenere
sempre l'ordinazione monastica.

52 Che io sopravviva grazie a cibi semplici ed ordinari, ed in tutte le mie
vite possa trovare luogho solitari per praticare il Dharma.

53 Ogni volta che desidero vederlo e porgergli domande, possa godere io
della visione di Manjushri il protettore.

54 Al fine di soddisfare tutte le creature che vivono nelle dieci direzioni,
possa ogni mia azione essere degna della condotta perfetta di Manjusri.

55 Fino a che vi sarà lo spazio e esisteranno esseri senzienti, possa io
essere presente per eliminare le loro sofferenze.

56 Che tutti i loro dolori maturino solo su me stesso, e che l'assemblea
virtuosa dei bodhisattva porti a compimento la felicità per tutte le
creature viventi.

57 Che il Dharma , unico antidoto per tutti i mali, e fonte di ogni felicità
e beatitudine, sia sostenuto con i mezzi ottimamente e sia rispettato, in
modo che esista per lunghissimo tempo.

58 Rendo poi omaggio a Manjushri, tramite cui la mia mente da egli ispirata
si è rivolta alla virtù, e rendo anche omaggio ai maestri spirituali, che
con amorevole cura mi hanno permesso di sviluppare questa mia mente.








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