Trattato per gli elementi essenziali per
coltivare la mente del maestro Hongren, postato da
Stalker.
Hongren (601-675) è il Quinto Patriarca della scuola
Chan-Zen. Fu il
fondatore del monastero della Prugna Gialla (Huangmeishan)
dove studiarono
Huineng e Shenxiu.
Egli fu il diretto successore di
Daoxin (580-651), ma non fu l'unico, vi un
altro importante successore:
Niutou Farong (594-657) fondatore della scuola
Chan della Testa di Bue (o di
Bufalo, c. Niutouchan o Niutouzong).
In una prossima occasione posterò il suo
'Xinming' (Iscrizione della mente)
e narrerò dell'incontro di 'tigre' tra
Daoxin e Niutou Farong.
Il lignaggio del Niutouchan è scomparso in Cina,
verrà portato in Giappone
da Saicho, il fondatore della scuola Tendai che
ebbe appena il tempo nel suo
viaggio in Cina di ricevere, nell'804, l'ultima
trasmissione di questo
insegnamento prima della sua definitiva scomparsa dal
suolo cinese.
Cultore del Sutra del Diamante gli viene attribuito lo
'Hsiu-hsin yao lun'
(Trattato per gli elementi essenziali per coltivare la
mente) , un testo
probabilmente poco più tardo e scritto dai suoi discepoli
diretti che ne
riportarono gli
insegnamenti.
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Xiuxinyaolun
('Hsiu-hsin yao lun' - Trattato per gli elementi essenziali
per coltivare la
mente) di Hongren.
1. Trattato in un volume per gli elementi essenziali
per coltivare la
mente, secondo l'insegnamento che guida l'uomo ordinario ad
avanzare
rapidamente verso la saggezza, l'illuminazione e la liberazione,
pronunciato
dal maestro Hongren di Qizhou
2.Se Essa [la mente] non
viene conservata pulita, a nessun praticante sarà
permesso di avanzare nella
Via. Sappiate chiaramente che, se mettete
quest'opera per iscritto, dovete
usare attenzione, onde evitare errori o
omissioni; altrimenti potreste
sviare i posteri.
3. Per quanto riguarda la pratica della Via,
l'essenziale consiste
nell'essere consapevoli che il proprio corpo è
fondamentalmente puro, non
prodotto e non distrutto. Non ci sono
distinzioni, la natura propria è
perfetta e completa, e la mente è pura.
Quest'ultima è il maestro
fondamentale, di gran lunga superiore all
ripetizione rammemorante,
esercitata nei confronti dei Buddha delle dieci
direzioni.
4. Domanda: Come sai che la propria mente è fondamentalmente
pura?
Risposta: Il Trattato delle dieci fasi (c. Shidilun o Shih-ti lun)
dice :
'Nel corpo di tutti gli esseri senzienti c'è la natura buddhica
adamantina.
E' come il disco solare, essenzialmente luminoso, perfetto e
completo,
amplissimo e senza limiti. Tuttavia, esso è appesantito dai cinque
skandha:
è coperto dalle nuvole. E' come quando una lampada è posta in una
giara: la
sua luce non può risplendere' Per chiarirlo ulteriormente
utilizzando la
metafora del sole: è come quando le nuvole e la nebbia, nel
mondo, si
raccolgono nelle otto direzioni. Quando il mondo è avvolto dalle
tenebre,
come può risplendere il sole?".
Domanda: 'Perché la luce del
sole non esiste più?'
Risposta: 'Non è che la luce del sole venga
distrutta: è soltanto oscurata
dalle nuvole e dalla nebbia. La mente pura di
tutti gli esseri senzienti si
trova in circostanze analoghe: sono soltanto i
falsi pensieri,
insinuativisi, ad averla appesantita, cosicché ora è coperta
dalle nuvole.
Tuttavia, se soltanto ci si potrà attenere chiaramente alla
mente, i falsi
pensieri non verranno prodotti, e risplenderà il sole del
Dharma, cioè del
Nirvana. Esso si manifesterà spontaneamente. Per questo so
che la propria
mente è fondamentalmente pura'.
5. Domanda: 'Come sai
che la propria mente, fondamentalmente, è non prodotta
e non
distrutta?'.
Risposta: 'Il Vimalakirtinirdesasutra dice 'La quiddità non
ha nascita. La
quiddità non ha distruzione'. Il termine 'quiddità'
caratterizza la quiddità
autentica della natura buddhica, l'origine della
mente pura della natura
propria. La quiddità autentica è originaria, e non
deriva dal nesso causale.
Inoltre, il sutra dice ancora: 'Tutti gli esseri
senzienti sono la quiddità.
Tutti i saggi sono la quiddità'. 'Tutti gli
esseri senzienti', cioè noi.
'Tutti i saggi' cioè tutti i Buddha. Benché le
denominazioni e i segni
caratterizzanti degli esseri senzienti e dei Buddha
siano differenti, nei
corpi, la quiddità autentica, l'essenza del Dharma è
la stessa, non prodotta
non distrutta. Per questo si dice che 'tutti sono la
quiddità'. Per questo
so che la propria mente fondamentalmente è non
prodotta e non distrutta".
6. Domanda: 'Cosa puoi dire in merito al fatto che definisci la mente
il
maestro fondamentale?'
Risposta: 'La mente autentica esiste
spontaneamente. Non deriva
dall'esterno, non chiede il salario del maestro.
Nei tre tempi non c'è nulla
di più intimo della mente. Se si conosce la
quiddità autentica e ci si
attiene alla mente, s'arriverà all'altra sponda.
Coloro che cadono
nell'illusione rigettano la mente, impantanandosi nei tre
sentieri
(illusioni, sofferenze, morte). Per questo so che tutti i Buddha
dei tre
tempi (passato, presente, futuro) considerano la propria mente il
maestro.
Per questo il trattato dice: 'Tutti gli esseri senzienti dipendono,
quanto
all'esistenza, dalle onde della falsa consapevolezza: la loro essenza
è
vuota'. Se ci si attiene con chiarezza alla mente, la falsa mente non
viene
originata, e si arriva alla non produzione. Per questo so che la mente
dev'essere considerata il maestro fondamentale".
7. Domanda: "Cosa
puoi dire in merito al fatto che la mente dell'uomo
ordinario è superiore
alla mente del Buddha?"
Risposta: "Riflettendo costantemente sul Buddha,
intendendolo come altro da
sé, non si sfuggirà al samsara. Attenendoci alla
nostra mente fondamentale,
s'arriverà invece all'altra sponda. Per questo il
Vajracchedikasutra (il
Sutra del Diamante) dice: 'Se si guarda
l'individualità attraverso la forma,
e la si ricerca attraverso il suono, si
viaggerà nel falso sentiero e non si
potrà vedere il Tathagata'. Per questo
so che l'attenersi alla mente
autentica è superiore alla riflessione del
Buddha come altro da sé. D'altra
parte, il termine 'superiore' è soltanto
una parola che stimola alla pratica
del sentiero ed esorta gli uomini a
coltivarla. In realtà, in definitiva,
l'essenza dei frutti karmici è dello
stesso rango nell'uomo ordinario e nel
Buddha: non c'è dualismo".
8.
Domanda: "Quanto agli esseri senzienti e ai Buddha, se la loro essenza
autentica è la stessa, perché i Buddha sono non prodotti e non distrutti, e
godono incalcolabili gioie, realizzando se stessi, senza essere ostacolati
da alcunché, mentre noi esser senzienti cadiamo nel samsara, e patiamo ogni
tipo di sofferenza?"
Risposta: "I Buddha delle dieci direzioni,
nell'Illuminazione, comprendono
la natura del Dharma, e risplendono in virtù
della loro luce propria. Quando
la mente si trova allo stato originario, le
false idee non vengono prodotte,
il retto pensiero non viene smarrito, e la
'mente che dimora nell'io' viene
distrutta. Perciò si riesce a non patire il
samsara. Poiché non si patisce
il samsara, alla fine si ottiene la
distruzione solitaria. A causa della
distruzione solitaria, diecimila gioie
si ripristinano da sé.
Tutti gli esseri senzienti si ingannano in merito alla
natura autentica e
non conoscono la mente fondamentale. Allorché ogni
elemento del falso nesso
causale viene determinato, il retto pensiero non
viene coltivato. Poiché il
retto pensiero non viene coltivato, viene
prodotta la mente dell'avversione
e della brama, il vaso della mente si
infrange e sgocciola. Poiché la mente
si infrange e sgocciola, si
patisce il samsara. A causa dell'esistenza del
samsara, le sofferenze si
manifestano da sé. Il 'Sutra del dominatore della
mente' dice: 'La natura
buddhica della quiddità autentica non consiste nella
prospettiva del
conoscere. Quando essa arriva nei mari delle sei
consapevolezze, annega nel
samsara e non riesce a liberarsi'.
Sforzatevi! Una volta compresa
l'importanza dell'attenersi alla mente
autentica, i falsi pensieri non
verranno prodotti, e la 'mente che dimora
nell'io' sarà distrutta. Così
spontaneamente, si diverrà dello stesso rango
dei Buddha".
Domanda:
Se la natura dharmica della quiddità autentica è identica in tutti
gli
esseri senzienti, e non duale, se uno cade nell'illusione, tutti
dovrebbero
cadere nell'illusione; se uno è Illuminato tutti dovrebbero
essere
Illuminati. Perché solo il Buddha è Illuminato e Risvegliato, mentre
gli
esseri senzienti sono confusi e illusi? Perché?
Risposta: Da questo punto
in poi, si entra nella parte inconcepibile di
questa opera, che la
condizione dell'uomo ordinario non può assolutamente
attingere. Si conosce
la mente a causa dell'Illuminazione; si perde la
natura a causa
dell'illusione. Se gli anelli del nesso causale s'uniscono in
un certo modo,
s'uniscono proprio in quel modo: non si può darne una
spiegazione
determinata. Si deve semplicemente credere nel piano d Realtà
supremo e
attenersi alla mente autentica.
Per questo il Vimalakirtinirdesasutra dice:
'Non esiste la natura propria e
non esiste l'altra natura. Il Dharma
originario non è stato prodotto, e ora
non è distrutto'. Questa
Illuminazione comporta la separazione dalla
polarità e l'accesso alla
conoscenza non discriminante. Se si comprende
questo principio, sia
camminando, sia fermandosi, sia sedendo, sia essendo
coricati, costantemente
e compiutamente, ci si atterrà alla mente pura
fondamentale. I falsi
pensieri non verranno prodotti, la 'mente che dimora
nell'io' verrà
distrutta, e la liberazione si evidenzierà spontaneamente.
Se si desiderasse
ampliare ulteriormente il dialogo, le discussioni e le
determinazioni
verbali darebbero luogo molteplici confusioni. Se si
desiderasse
conoscere l'elemento essenziale della Dottrina, si dovrebbe
semplicemente
sapere che l'attenersi alla mente è il primo principio. L'
'attenersi alla
mente', ovvero il fondamento basilare del Nirvana, la porta
essenziale
dell'accesso alla Via, l'insegnamento delle dodici sezioni del
Canone
buddhista, l'antenato di tutti i Buddha dei Tre tempi".
Domanda: Come sai
che l'attenersi della mente è il fondamento basilare del
Nirvana?
Risposta: Il termine Nirvana significa
fondamentalmente 'felicità serena
della non-azione, raggiunta nella
distruzione solitaria'. Una volta che la
nostra mente venga resa autentica,
i falsi pensieri si interrompono. Poiché
i falsi pensieri s'interrompono, si
ha la retta rappresentazione. Poiché si
ha la retta rappresentazione, viene
prodotta la conoscenza
dell'Illuminazione solitaria. Poiché viene prodotta
la conoscenza
dell'Illuminazione solitaria, si comprende sino in fondo la
natura del
Dharma. Poiché si comprende la natura del Dharma, si ottiene il
Nirvana. Per
questo so che l'attenersi alla mente è il fondamento basilare
del Nirvana".
Domanda: Come sai che l'attenersi alla mente è la porta
essenziale
dell'accesso alla Via?
Risposta: Il Supremo Venerabile
(Buddha) ha insegnato che persino il fatto
di alzare le dita di una mano,
per disegnare un'immagine del Buddha, produce
innumerevoli
meriti.
Tuttavia il Buddha ha insegnato questo solo per guidare alla Verità
gli
esseri senzienti privi di cognizioni e di intelligenza, affinché
superino in
futuro il nesso causale e la retribuzione karmica, e attingano
la visione
del Buddha. Se si desidera che il proprio corpo realizzi in breve
tempo la
condizione buddhica, si comprenda semplicemente, nella non azione,
di
attenersi alla mente autentica.
I Buddha dei tre tempi sono
innumerevoli e illimitati. Se soltanto fosse mai
esistito qualcuno che abbia
realizzato la condizione buddhica senza
attenersi alla mente! In realtà, un
uomo simile non è mai esistito. Per
questo il sutra dice: 'Concentra con
precisione la mente in un luogo, e
tutto sarà compiuto'. Per questo so che
la mente autentica è la porta
essenziale dell'accesso alla
Via".
Domanda: Come sai che l'attenersi alla mente autentica è l'antenato
dei
Buddha delle dodici sezioni del Canone?
Risposta: In tutto il
Canone, il Tathagata predica ampiamente ogni tipo di
trasgressione o di
fortuna, del duodecuplo nesso casuale, di effetti e di
retribuzione karmica.
Descrive anche ogni tipo di creatura, i monti, i
fiumi, la grande terra, le
erbe, le piante, etc. e produce infinite e
inestimabili metafore,
manifestando anche inestimabili capacità spirituali e
ogni genere di
trasformazioni. Tuttavia il Buddha ha insegnato questo solo
per guidare alla
Verità gli esseri senzienti privi di cognizione e
intelligenza: tenendo
conto che esiste ogni tipo di desideri, e la mente
agisce in diecimila
maniere differenti. Per questo il Tathagata ha
accompagnato questi esseri
alla porta della mente, spingendoli ad accedere
alla felicità
eterna.
"Una volta compresa l'essenza, cioè che la natura buddhica
degli esseri
senzienti è fondamentalmente pura, la metafora del sole
sottostante alle
nubi sarà perfettamente chiara. Se soltanto ci s'attiene
alla mente
autentica, le nuvole dei falsi pensieri si dissolveranno, e un
sole
gradevole si manifesterà. Per quale motivo si dovrebbero studiare
ancora
più a fondo le dottrine, quando tutto ciò serve soltanto a
ripristinare le
sofferenze del samsara?
Tutti i princìpi razionali e
tutte le cose dei tre tempi devono essere
considerati in base alla
metafora della pulizia dello specchio. Se la
polvere è stata eliminata, si
vedrà spontaneamente e chiaramente la natura.
Ciò che ora è stato
appreso dalla mente ignorante, sarà infine inutile. Se
si potesse, con
chiarezza, evitare di smarrire il retto pensiero, ciò che è
stato appreso
dalla mente, nello stato di non azione, costituirebbe
l'apprendimento
autentico. Benché lo si definisca "apprendimento
autentico", in fin dei
conti non c'è qualcosa che venga appreso. Perché?
Perché noi e il nirvana
siamo entrambi vuoti: non c'è dualità e non c'è
unità. Non c'è qualcosa
che venga appreso: questo principio, che è
l'essenza della dottrina, è
assolutamente non vuoto."
"Ci si deve attenere chiaramente alla mente
autentica. In questo modo i
falsi pensieri non verranno prodotti e la 'mente
che dimora nell'io' verrà
distrutta. Infatti il Mahaparinirvanasutra dice:
"Comprendere che il Buddha
non ha mai predicato la dottrina -ciò viene
definito: 'aver ascoltato
molto''. Per questo so che l'attenersi alla mente
autentica è l'insegnamento
essenziale delle dodici sezioni del
Canone".
Domanda: Come sai che l'attenersi alla mente è l'antenato dei
Buddha dei tre
tempi"?
Risposta: I Buddha dei tre tempi sono tutti
prodotti dalla coscienza,
nell'ambito della natura. Se ci si attiene alla
mente autentica,
innanzitutto, i falsi pensieri non vengono prodotti e la
'mente che dimora
nell'io' viene distrutta; in seguito, si riesce a
diventare Buddha. Per
questo so che l'attenersi alla mente è l'antenato dei
Buddha dei tre tempi".
"Riguardo alle quattro questioni precedenti,
qualora si volesse ampliarne la
spiegazione, come si potrebbe trattarle
esaustivamente? Il mio autentico
desiderio è che voi riusciate, in totale
autoconsapevolezza, a conoscere la
mente fondamentale. Perciò, fate
attenzione e tenete conto di come stanno le
cose. Sforzatevi, sforzatevi! I
mille sutra e i diecimila trattati indicano
semplicemente che l'attenersi
alla mente autentica è il principio
essenziale. Sforzatevi!
La mia
opinione si basa sul Sutra del loto, in cui il Buddha dice: 'Mi sono
presentato a voi con un grande carro e un arsenale di preziosi, gioielli
luminosi e medicine portentose; voi non li avete presi e non ve ne siete
serviti. Siete veramente miseri! Che rimedio c'è? Nessuno! Che rimedio c'è?
Nessuno!'.
Se i falsi pensieri non vengono prodotti, e 'la mente che
dimora nell'io'
viene distrutta, tutti i meriti vengono spontaneamente
acquisiti, accanto a
ogni perfezione e completezza. Non cercate,
ipocritamente, all'esterno di
voi stessi: non fareste altro che ripristinare
le sofferenze del samsara. In
ogni tipo di pensiero, mantenete sempre lo
stesso stato di equanimità
mentale. Non accettate le gioie del presente,
seminando le sofferenze del
futuro, altrimenti ingannerete voi stessi e gli
altri, e non eviterete il
samsara
Sforzatevi, sforzatevi! Benché ora ciò
sembri inutile, i vostri sforzi nel
complesso costituiscono la causa
dell'avvenire. Non permettete che i tre
tempi scorrano invano, mentre
sprecate inutilmente energia. Il sutra dice:
'Gli ignoranti dimorano
eternamente nella prigione terrena al pari di coloro
che godono nel vagare
in un giardino. Non esiste modalità esistenziale
peggiore di quella in cui
risiedono attualmente'. Ora, noi esseri senzienti
siamo proprio così: non
svegliati e ignoranti, estremamente agitati e
impauriti, non riusciamo a
capire che dobbiamo abbandonare la nostra attuale
condizione mentale. Che
strano!".
"Se si ha in mente di cominciare a studiare la meditazione in
posizione
seduta, ci si dovrà rifare al «Sutra della visione di Amitabha».
Si dovrà
sedere correttamente, con il corpo eretto, chiudendo gli occhi e
suggellando
le labbra, consentendo alla mente di visualizzare
tranquillamente, alla
distanza desiderata, un sole, in modo che il pensiero
vi si attenga. Si
tenga ininterrottamente in mente questa rappresentazione,
e si controlli
perfettamente la sonorità del respiro, cosicché sia regolare,
né affannoso
né sottile; altrimenti, l'uomo s'ammalerà.
Se si pratica la
meditazione in posizione seduta a mezzanotte, ci saranno
coloro che vedranno
tutti i mondi, perfetti e sgradevoli; altri che
accederanno ai vari tipi di
samadhi: azzurro, giallo, rosso, bianco, ecc.;
altri che vedranno il proprio
corpo emettere un chiarore luminoso; altri che
vedranno i segni
caratterizzanti del corpo del Tathagata; altri che
sperimenteranno varie
trasformazioni. Quando avrete conosciuto questi stati,
concentratevi
semplicemente sulla mente, e non attaccatevi a essi. Infatti,
sono tutti
vuoti: è solo grazie ai falsi pensieri che si manifestano. Il
sutra dice:
«Tutti gli stati delle dieci direzioni sono come lo spazio
vuoto». E
inoltre: «I tre mondi sono vane illusioni; sono soltanto il
prodotto della
mente unica». Se non riuscite a concentrarvi, o non vedete
tutti i mondi
descritti, non dovete biasimarvi. Nel camminare, nel fermarvi,
nel sedervi e
nell'esser coricati, limitatevi semplicemente ad attenervi con
chiarezza
alla mente autentica.
Se i falsi pensieri non vengono prodotti, e 'la mente
che dimora nell'io'
viene distrutta, nessuno dei diecimila dharma uscirà
dalla propria mente. I
Buddha predicano ampiamente la dottrina, affidandosi
a insegnamenti verbali
e metafore, solo perché le modalità comportamentali
degli esseri senzienti
non sono le stesse. In base a ciò, vengono prodotte
differenti 'porte'
dell'insegnamento (ovvero, differenti scuole e
metodologie). In realtà la
porta delle ottantaquattromila dottrine,
l'autorevole essenza dei tre
veicoli e l'insegnamento etico dei settantadue
tipi di saggezza, non sono
altro che la propria mente fondamentale.
Se si
è in grado di riconoscere la propria mente fondamentale, inquadrandola
distintamente in ogni rappresentazione, si offrirà costantemente cibo, con
ogni rappresentazione, agli innumerevoli Buddha delle dieci direzioni e alle
dodici sezioni del Canone. Ogni rappresentazione farà costantemente girare
la ruota della dottrina.
Una volta compresa l'origine della mente, nessun
principio mentale verrà più
analizzato, tutti i desideri verranno
soddisfatti, tutte le pratiche
verranno completate, tutto verrà controllato,
e non si patirà un'esistenza
ulteriore. Se i falsi pensieri non vengono
prodotti, 'la mente che dimora
nell'io' viene distrutta, e si abbandona
questo corpo, si otterrà di certo
lo stato senza nascita. Quale
inconcepibile condizione!
Sforzatevi! Non fatevi grandi perché avete
raggiunto questo stato! I
discorsi d'una porta, cioè d'una scuola essenziale
come questa, è arduo
riuscire ad ascoltarli. Quanto a coloro che li
ascoltano, e sarebbero capaci
di metterli in pratica, tra gli innumerevoli
esseri senzienti non ce n'è che
uno. Quanto a chi li mette in pratica, e
sarebbe capace di arrivare
all'estrema perfezione della pratica, nell'arco
d'una quantità sterminata di
eoni è raro che ce ne sia uno. Realizzate la
vostra completa tranquillità,
regolate perfettamente i vostri organi di
senso, e padroneggiate la visione
dell'origine della mente. Fate
costantemente risplendere la mente chiara e
pura, senza farla mai diventare
inclassificabile."
"Domanda: Cosa puoi dire in merito alla mente
inclassificabile?.
Risposta: Gli uomini che si concentrano sulla
mente, in forza del nesso
causale, possono dipendere, nei confronti
del1'esterno, dalle regioni
sensoriali, mentre rendono grezza la mente e
scarso il respiro; d'altra
parte, nei confronti dell'interno, essi
vincolano la mente autentica.
Quando la mente non è ancora pura, nel
camminare, nel fermarsi, nel sedersi
e nell'esser coricati, se si sollecita
costantemente il pensiero a
osservarla, poiché non si è ancora in grado
di acquisire la purezza e la
chiarezza, si otterrà soltanto di
riflettere l'origine della mente anziché
la purezza e la chiarezza. Ciò si
chiama: "mente inclassificabile".
Inoltre, coloro che posseggono una
siffatta mente contaminata non
eviteranno la grande malattia del
samsara D'altra parte, sono ancor più da
compatire tutti coloro che ignorano
la pratica dell'attenersi alla mente.
Costoro affogano nell'oceano di
sofferenza del samsara Quando riusciranno a
uscirne?
Sforzatevi! Il
sutra dice: 'Se gli esseri senzienti non sono essenzialmente
sinceri, e non
producono un'interiore disposizione d'animo nei confronti
dell'illuminazione, anche se s'imbattessero negli innumerevoli Buddha dei
tre tempi, neppure questi potrebbero far nulla per loro'. Il sutra dice:
'Gli esseri senzienti riconoscono la mente, e attraversano spontaneamente la
sponda che conduce all'illuminazione. I Buddha non sono in grado di far
attraversare agli esseri senzienti la sponda che conduce
all'illuminazione'. Se i Buddha fossero in grado di far attraversare agli
esseri senzienti la sponda che conduce all'illuminazione, perché
allora,
con l'aiuto dei Buddha del passato, inestimabili e
innumerevoli, non
abbiamo già realizzato la buddhità? Dipende soltanto
dal fatto che la
sincerità essenziale non è stata prodotta
interiormente. Ecco perché
affoghiamo ancora nell'oceano della
sofferenza.
Sforzatevi! Quando non si conoscono le proprie
trasgressioni del passato,
anche il rimorso sarà inadeguato. Ora, in
questo corpo attuale, vi si
presenta la possibilità di ascoltare
l'insegnamento. Io vi ho illustrato con
chiarezza il discorso. Se
comprendete rapidamente questo discorso, sarete
perfettamente
consapevoli del fatto che la pratica dell'attenersi alla
mente è il metodo
primario. Non astenetevi dal manifestare la mente
eccellente, cercando di
diventare Buddha solo per fruire della libertà e dei
piaceri inestimabili
connessi alla posizione religiosa. Altrimenti,
comincerete a strepitare
per rincorrere il convenzionale, bramando la fama
e il guadagno, e
v'impantanerete, in futuro, nella prigione terrena, patendo
ogni tipo di
sofferenza. Che rimedio c'è? Sforzatevi!".
"Solo se si è in grado di
indossare abiti consunti, nutrendosi di cibo
grezzo e attenendosi
chiaramente alla mente, le forze degli uomini più
intuitivi potranno
produrre meriti. Nel nostro mondo, gli illusi non
comprendono questo
principio. Quando la mente è in stato di ignoranza, si
provano molte
difficoltà e amarezze. Se si coltiva ampiamente la bontà
artificiale, nella
speranza di ottenere l'emancipazione, in realtà si
ripristinano le
sofferenze del samsara.
Coloro che, nella chiarezza mentale, non perdono il
retto pensiero e fanno
attraversare agli esseri senzienti la sponda che
conduce all'illuminazione,
sono i bodhisattva d'imponente forza. Vi parlo
chiaramente: attenersi alla
mente è il principio fondamentale. Se, nella
specifica vita presente, non
volete sopportare la sofferenza, sarete
soggetti a calamità, nel corso dei
diecimila eoni del futuro. Vi chiedo:
sapete a quale classe di esseri
appartenete?
Coloro che restano immoti,
mentre soffiano gli otto venti, sono veramente
montagne detentrici di tesori
speciali. Se volete conoscere il frutto del
nirvana, conformatevi
semplicemente alle diecimila regioni sensoriali, in
modo da produrre
innumerevoli trasformazioni. La discriminazione sensoriale
sarà condotta con
tale abilità da sembrare un flusso. Alcuni, reagendo alla
malattia con la
medicina, possono fare a meno di produrre i falsi pensieri,
ragion per cui
'la mente che dimora nell'io' viene distrutta. Costoro sono
veramente grandi
uomini che hanno lasciato il mondo. La libertà del
Tathagata - ah! Come
potrebbe esaurirsi?
Poiché vi ho delucidato questo discorso, vi esorto, o
menti eccellenti, a
non generare i falsi pensieri e a distruggere 'la mente
che dimora nell'io'.
Domanda: Cosa puoi dire in merito alla "mente che
dimora nell'io"?.
Risposta: Qualcuno, nell'agire, risulta lievemente
superiore agli altri.
Egli pensa: "Sono io che ho potuto acquisire questo
risultato". Se la mente
dimora in questa condizione, sarà malata, benché si
trovi nel nirvana, il
Mahaparinirvanasutra dice: "Si prenda, per esempio, lo
spazio vuoto. Esso
può contenere le diecimila cose, e tuttavia non pensa di
sé: 'Sono io che ho
potuto acquisire questo risultato'".
Questa metafora
illustra il duplice insegnamento, relativo alla pratica e
all'estinzione
della malattia, ovvero il samadhi adamantino e l'esito della
distruzione
della "mente che dimora nell'io".
"Domanda: Benché siano eccellenti, i
praticanti che cercano la vera, eterna
distruzione solitaria, godono
soltanto della grezza perfezione impermanente,
e non del piano di realtà
primario o supremo. Infatti, quando la vera,
eterna perfezione meravigliosa
non si è ancora manifestata, e, relativamente
alla mente, si possono
soltanto produrre le condizioni del duodecuplo nesso
causale, è la mente del
pensiero discriminante che viene generata: la mente
dell'afflizione. Poiché
certe persone potrebbero soltanto stabilizzare la
mente nel 'non luogo',
esse risiedono nell'ignoranza e nella confusione;
inoltre, non si conformano
ai princìpi razionali della dottrina.
Poiché certe persone non potrebbero
rendere stabile la mente, in conformità
ai princìpi del buddhismo, inverando
le condizioni del nesso causale,
colgono falsamente il vuoto. Benché abbiano
ricevuto un corpo umano, costoro
adottano gli stessi comportamenti degli
animali. In questo modo vengono a
mancare di espedienti quali la saggezza e
la concentrazione, e non riescono
a scorgere chiaramente e nella sua
luminosità la natura buddhica. Le
difficoltà in cui questi praticanti
vengono a trovarsi li portano
semplicemente ad affogare nel samsara. Stando
così le cose, in che modo
potremo avanzare nel sentiero, per arrivare al
nirvana senza alcun residuo?
Desideriamo un insegnamento, in modo da
realizzare il nostro autentico
destino, cioè il nirvana.
Risposta:
«Se avete perfezionato sino in fondo la mente, il vostro desiderio
sommo
sarà definitivamente appagato.
Rilassate con calma la mente. Ve lo insegnerò
ancora una volta. Addestratevi
a purificare il corpo e la mente, in modo che
il nesso causale non vi sia
assolutamente implicato. Sedete correttamente,
con il corpo eretto, e fate
sì che il respiro sia ben regolato. Sollecitate
la vostra mente, affinché
non stia né all'interno, né all'esterno, né nel
punto intermedio. Con calma
e naturalezza, padroneggiate e rendete stabile
la visualizzazione. Così,
riuscirete a sperimentare il movimento fluido
della vostra consapevolezza
mentale: come fosse acqua che scorre, o
fiammelle luminose che brillano, o
ogni tipo di foglia che si libra senza
posa nel cielo. Una volta
sperimentata questa consapevolezza, persistete
soltanto in essa, senza aver
sentore né dell'interno, né dell'esterno. Se,
con calma e naturalezza,
renderete stabile la visualizzazione,
padroneggiandola, distruggerete le
rappresentazioni e il vuoto sarà
realizzato, nella stasi profonda. Questa
consapevolezza fluttuante svanirà
spontaneamente, come una raffica di vento.
Colui che distrugge questa
consapevolezza distrugge anche le illusioni, gli
schermi, le ostruzioni, di
cui si liberano tutti i bodhisattva nelle dieci
fasi. Quando questa
consapevolezza e la falsa rappresentazione del corpo
sono state distrutte,
la mente diviene vuota, brucia ogni timore e realizza
uno stato di pulizia e
di splendore. Non posso spiegare ulteriormente in
cosa consista questa
condizione. Se volete acquisire una conoscenza più
approfondita della
questione, prendete il 'Capitolo del corpo adamantino'
del Parinirvana Sutra
e il 'Capitolo sulla visione del Buddha Akshobhya' del
Vimalakirtinirdesasutra. Cercate di meditare con calma, poiché questo è il
discorso autentico".
"Colui che può riuscire, nell'andare, nel
fermarsi, nel sedersi e nell'esser
coricato, e nei riguardi delle cinque
brame e degli otto venti, a non
smarrire questo stato mentale, ha stabilito
la sua pratica pura, e ha
riconosciuto le modalità della sua azione. In
definitiva, costui non
riceverà più un corpo che possa essere sottoposto al
samsara I cinque
desideri sono correlati alla forma, cioè alla vista,
all'udito, all'odorato,
al gusto e al tatto. Gli otto venti sono: riuscita e
fallimento, calunnia e
adulazione, venerazione e scherno, sofferenza e
felicità.
In qualità di praticanti che coltivano la natura buddhica, non
biasimatevi
eccessivamente se nel vostro corpo attuale non riuscite a essere
liberi. Il
Sutra dice: 'Quando nel mondo non ci sono Buddha, i bodhisattva
arrestatisi
alla decima fase non riescono a manifestare la funzione'. Dovete
liberarvi
dell'aspettativa di questa retribuzione corporale; in altri
termini: non
aspettatevi di acquisire necessariamente i frutti
dell'illuminazione, solo
perché coltivate il buddhismo. Gli esseri
senzienti hanno un passato, cioè
sono esistiti in vite precedenti, e
gli organi sensoriali sono acuti e
ottusi. Perciò, è impossibile
stabilire una volta per tutte quali siano le
modalità
dell'illuminazione. Gli uomini superiori la ottengono in un
istante, in
un solo pensiero; gli uomini inferiori, in una quantità
incalcolabile
di eoni. Quando ne avrete la forza, conformatevi alla natura
degli esseri
senzienti, e producete i perfetti organi sensoriali dei
bodhisattva.
Spontaneamente, avvantaggerete gli altri in tutti i modi, e vi
atterrete
seriamente e rigorosamente alla Via del Buddha. Dovete superare
completamente i quattro tipi di dipendenza, e studiare a fondo i segni
caratterizzanti della realtà. Se vi attaccate alle Scritture, perderete
l'insegnamento autentico.
Voi tutti, o monaci, che avete appreso
altre forme di buddhismo, lasciando
la vostra casa e coltivando la Via,
sappiate che l'espressione 'lasciare la
casa' significa questo: 'lasciare la
casa del samsara'. Questo significa:
'lasciare la casa'. Se la vostra
pratica del retto pensiero è completa,
coltivando la Via riuscirete a
realizzarvi. Se la pratica del retto pensiero
non viene smarrita - persino
nel caso in cui il proprio corpo venga fatto a
pezzi o ci si trovi in punto
di morte -, si è Buddha."
"I discepoli hanno compilato questo trattato al
solo scopo di perfezionare
la mente dei lettori, offrendo loro la
possibilità di conformarsi alle
Scritture e cogliere il significato.
Relativamente a una concezione
dottrinale come questa, in realtà, non si può
attestare in maniera chiara e
distinta la propria conoscenza.
Se quanto
esposto sovverte i princìpi della saggezza buddhista, desidero
pentirmene e
rinnegare le mie concezioni. Se invece corrisponde alla Via
della saggezza,
cioè al buddhismo, trasferisco ogni merito a tutti gli
esseri senzienti.
Desidero che tutti conoscano la mente fondamentale, e
realizzino, in un
attimo, la condizione buddhica.
Coloro che ascoltano le mie parole si
sforzino di metterle in pratica, in
modo da realizzare, in futuro, la
condizione buddhica. Faccio voto, prima
che ciò avvenga, di aiutare i miei
discepoli ad attraversare la sponda che
conduce
all'illuminazione.
Domanda: Questo trattato, dall'inizio alla fine, ha
sottolineato che la Via
consiste nel manifestare la propria mente. Tuttavia,
non ho ancora capito,
relativamente agli insegnamenti del frutto del nirvana
e della pratica, di
quale dei due si occupi il trattato.
Risposta:
Questo trattato sottolinea che la manifestazione dell'Unico
Veicolo è il
principio essenziale. La sua finalità ultima consiste nel
condurre gli
illusi all'emancipazione, cosicché possano sfuggire al samsara
e siano
capaci di far attraversare agli altri la sponda che conduce al
nirvana. Il
trattato dice soltanto come avvantaggiare se stessi, e non
spiega come
avvantaggiare gli altri: si occupa dell'insegnamento relativo
alla pratica.
Se qualcuno imposta la sua pratica in base a questa scrittura,
realizzerà
prima del tempo la condizione buddhica.
Se v'inganno, possa in futuro
impantanarmi nelle diciotto prigioni terrene!
Chiamo il cielo e la terra a
testimoni: se non sono sincero, possa essere
sbranato da tigri e da lupi, di
epoca in epoca, senza
tregua!".
FINE
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Qui
termina lo Xiuxinyaolun ('Hsiu-hsin yao lun' - Trattato per gli elementi
essenziali
per coltivare la mente) di Hongren (601-675), il Quinto
Patriarca della
scuola Chan-Zen,
fondatore del monastero della Prugna
Gialla (Huangmeishan) dove studiarono
Huineng e Shenxiu.
Il trattato è
stato tradotto dal prof. Leonardo Vittorio Arena e inserito
nella sua
antologia 'La mente allo specchio' ed. Mondadori, testo purtroppo
ormai
fuori catalogo.
Una saluto a
tutti.