Un giorno il Buddha chiese a venticinque illuminati ivi presenti di
parlare dei vari mezzi grazie ai quali essi avevano conseguito l'illuminazione,
in modo che tutti i presenti potessero conoscerli. Dopo che ebbero parlato
ventiquattro di questi il Bodhisattva Avalokitesvara rivelò di essere stato
risvegliato per mezzo del senso dell'udito. Per educare il discepolo Ananda e
tutta la congregazione Il Buddha domandò a Manjusri il suo parere su i
procedimenti esposti. Manjusri affermò che il criterio utilizzato da
Avalokitesvara era il più consono agli esseri umani e che egli stesso l'aveva
impiegato per la propria comprensione. Quello che segue è il racconto delle
esperienze che vengono incontrate lungo questa via:
All'inizio, rivolgendo l'udito nel fiume (si intende la meditazione),
questo senso divenne distaccato dal suo oggetto.
Eliminando l'idea tanto del suono che dell'entrare nel fiume, sia il rumore che la quiete divennero manifestamente insussistenti.
In questo modo, procedendo passo per passo, sia l'udito che il suo oggetto ebbero termine. Ma io non mi trattenei dove questi finivano.
Allorchè la coscienza di questa condizione e la condizione stessa furono realizzati come non esistenti, la consapevolezza del vuoto comprese ogni cosa.
Dopo la soppressione tanto dell'oggetto che del soggetto in relazione al vuoto, allora l'estinzione tanto della creazione che dell'annientamento ebbe come conseguenza la rivelazione della condizione di Nirvana.