I trentuno piani di esistenza:
In accordo al corpus degli insegnamenti, gli animali e noi esseri umani non siamo affatto i soli stati possibili di esistenza. Ce ne sono infatti parecchi altri, come nello schema qui sotto che riporta tra l'altro uno dei diversi modi di classificare tali stati (vedi sotto).
La classificazione più generale che tradizionalmente si dà è visibile nella prima colonna di sinistra, meglio comprensibile se si pone mente alla dottrina dei cinque costituenti psicofisici (skandha) che possono costituire una data individualità. Dal basso abbiamo dapprima il regno degli esseri dotati dei sensi (se da qualche parte se ne trovano citati sei, ricordo che l'India ha sempre postulato un ulteriore senso, quello mentale), poi un regno in cui gli esseri che vi dimorano hanno ancora un corpo e i sensi ma di natura "sottile" e infine un regno i cui abitanti non sono dotati del primo dei cinque costituenti, quello che noi all'incirca identifichiamo nel corpo (ma in realtà con connotazioni più vaste). In effetti, dal punto di vista buddhista, questo regno "superiore" è tale solo per l'aspetto tassonomico, dal momento che la mancanza dei sensi implica l'impossibilità fisica di udire gli insegnamenti del Dharma e quindi di poter perseguire la liberazione dal ciclo delle rinascite.
L'altra classificazione tradizionale fa riferimento a un livello meno astratto rispetto alla precedente ed è grosso modo basata su quella che oggi si suole chiamare la "qualità della vita". Si distinguono:
inferni (n. 1);
spiriti affamati (n. 3);
animali (n. 2);
esseri umani (n. 5);
semidèi (n. 4);
dèi (tutto il resto eccetto 28-31).